“Il punto è che è in atto una spaccatura verticale in Europa occidentale, tra una élite ricca, che ha accesso ai lucrosi redditi dei mercati finanziari liberalizzati, ed il resto della popolazione. Non è solo una questione di crescente diseguaglianza in termini di reddito e ricchezza, ma anche in materia di istruzione, salute, relazioni…. La costruzione europea, fino ad ora, è stata una storia di successo solo per questa minoranza, non per la stragrande maggioranza della popolazione. E la prima non capisce più la seconda. Né capisce perché ora la maggioranza è infelice con la zona euro e la Commissione Europea.

Perché questo equivoco? Perché, per la prima volta nella storia, l’élite (ad esempio la frazione di popolazione che ha accesso all’istruzione universitaria) rappresenta circa un terzo di una generazione. Così, questa “grande “minoranza può vivere in una sorta di endogamia (ndr: forma di matrimonio nella quale il coniuge deve essere scelto all’interno del gruppo di appartenenza) quasi completa, mentre in precedenza, quando rappresentava ad esempio solo un decimo della popolazione, l’élite era in qualche modo costretta a parlare con gli altri cittadini. Così questo “terzo superiore” ignora completamente la sofferenza degli altri due terzi. Come cristiani abbiamo il dovere di far sì che questi due pezzi della società tornino a parlarsi. Questo non è populismo, è fraternità.”

Gael Giraud, gesuita francese, chief economist all’Agence Francaise de Developpement, membro del Centro di economia della Sorbona.