Nessuno di noi è all’altezza delle proprie relazioni. Sono proprio queste la bellezza e la profondità dei legami che sperimentiamo: c’è sempre un fattore moltiplicativo tra ciò che doniamo e ciò che riceviamo. È esattamente questo ciò che rende le nostre relazioni così straordinariamente intense: sperimenti sempre uno iato, un gap, una sproporzione nell’amore, così come nell’amicizia e negli affetti. Ogni legame possiede un tratto di gratuità, di eccedenza, di “immeritato” che lo rende così prezioso e vitale.
Dicevo che nessuno è all’altezza dei propri affetti, però c’è un legame in cui sperimento questa sproporzione in modo radicalmente e straordinariamente esagerato: il mio legame con Simona. Confesso che più il tempo passa (e siamo ormai oltre le due decadi), più accresce la sorpresa e la meraviglia per questa inspiegabile esagerazione.
Sono, e credo siamo, talmente abituati a vivere secondo la logica del merito che il solo avvicinarsi alla dimensione del dono ci crea le vertigini. Pensiamo (ed in parte giustamente) di dover meritare le cose della vita: un risultato, una promozione, un successo, un traguardo, un viaggio, un bene, un pensiero, un sentimento. In amore invece siamo costretti a sperimentare la dimensione dell’immeritato, del gratuito, del dono. Non siamo noi al centro di questa esperienza giacché non sono i nostri sforzi che l’hanno prodotta ed essa non è il frutto solo del nostro impegno.
Sentirsi amati è una esperienza dura, impegnativa, avvincente perché ti devi misurare con quel dato di passività che ferisce il nostro narcisismo infantile. Sei amato oltre ogni logica, ogni calcolo, ogni merito, ogni prestazione, ogni valore, oltre ogni valore o emozione. Eppure è proprio sulla consapevolezza di sentirsi destinatari di un amore eccedente che possiamo costruire la speranza del futuro, la gioia del domani, la fiducia dell’avvenire.
Scrissi una volta e lo ribadisco anche oggi: Simona è quel complemento di specificazione scritto accanto al mio nome senza il quale mi sentirei smarrito, disorientato, perduto.
Auguri Simo!









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