Ci sono amori che arrivano da lontano, amicizie che sembrano avere radici antiche e misteriose. Alcune hanno persino la forza di infrangere le barriere del tempo e di generare legami che paiono nati “prima”: prima delle esperienze, prima di ogni incontro, prima di ogni relazione. La vita ci dona, a volte, la grazia di sperimentare connessioni che sfuggono alla logica mondana della causa e dell’effetto; legami che non si formano “per via di” qualcosa accaduto, ma che semplicemente “sono”, da sempre: come promesse di gioia, come annuncio di compimento, come inattesa rivelazione che la vita è buona ed affidabile.
Raccontare certi amori è difficile, perché non si lasciano imprigionare nelle regole rigide della grammatica: appartengono al linguaggio della poesia, fatto di vuoti e contrappunti, di iperboli e metafore, di ossimori e assonanze, di quelle mille licenze che solo la poesia sa concedersi. Alcuni legami sono così: eventi che accadono, doni generosi dell’esistenza, senza origine, senza motivo e senza giustificazione.
La loro straordinaria bellezza è proprio questa: non avendo origine, non hanno neppure una meta, un fine, un obiettivo da raggiungere. Ci sono persone che entrano nella nostra vita senza uno scopo preciso, senza una funzione determinata, ma semplicemente “ci sono”: presenti, disponibili, libere. Di queste presenze non si può fare “uso”, ma solo esperienza di gioia; non servono a nulla, e proprio per questo si offrono come dono puro, da gustare nell’assoluta gratuità.
Amo queste strane presenze che abitano le mie giornate, queste anime singolari che sanno aprire spazi di libertà e di vicinanza. Esse hanno un potere unico: spezzano la solitudine esistenziale e ci conducono fino alla soglia del Mistero.
Lascia un commento