giorno dopo giorno

So che molti vivono il giardinaggio come una vera passione, un momento di svago e rilassamento. Per me è sempre una spina nel fianco, un pegno da pagare ed un dovere da compiere.

La dimensione che trovo davvero significativa (ed educante) nel giardinaggio è la provvisorietà. Nulla è mai dato “per sempre” ma tutto deve essere continuamente riaccudito: c’è un fare che è sempre un ri-fare ed un ri-fare nuovamente. La cura verso le piante (ed in fondo anche verso le persone) non è mai nel segno del definitivo ma del provvisorio, del temporaneo. La cura va esercitata giorno dopo giorno, è una educazione alla fedeltà, senza paura di mettere mano là dove si è già lavorato, di irrigare dove si è già innaffiato, mondare dove si era già passati. Vi è una fedeltà da esercitare e da allenare, una disponibilità ad accudire ciò di cui ci eravamo già preso cura.

Il giardinaggio in fondo ci insegna che la fedeltà nel tempo non è mai “adesso per sempre”, bensì “adesso per ogni giorno a venire”. La fedeltà della cura richiede di ripetere il “sì” tutti i giorni; non vi è alcuna decisione che, per quanto alta e solenne, sia valida per sempre, se essa non viene riassunta ogni giorno, ogni istante, ogni momento. Il “per sempre” della vita passa sempre dal “giorno dopo giorno”, dalla capacità di tornare su sentieri già battuti e di rimettere mano a quanto abbiamo già fatto.

Penso che la vita non sia una linea retta in cui tutto scorre in modo ordinato e lineare; non sia nemmeno, come qualcuno diceva, “l’eterno ritorno dell’Uguale”, in cui tutto si ripete e si ripresenta con una periodicità ciclica. La vita forse ha più la forma di quelle eliche, in cui, proprio ripetendo ciclicamente la stessa “storia”, è possibile andare avanti e progredire. Un po’ come una vite: solo avendo la costanza e la tenacia di ripetere lo stesso movimento diverse volte, la vite si avvita, entra nella sua sede, compie il suo scopo ed adempie al suo mandato

 

Una replica a “giorno dopo giorno”

  1. Avatar Marco

    “Mi hai protetto”, gli disse, sempre in italiano con i capelli sulla faccia.
    “Mi proteggerai sempre, vero?”

    (J. Le Carrè, Il giardiniere tenace)

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