quel “diabolico” IT-Alert!

Un noto (ex-) vaticanista della RAI (inutile fare pubblicità) scrive sul suo blog (a quanto pare assai letto) un commento sul test avvenuto ieri di IT-Alert, il nuovo sistema di allarme pubblico nazionale. Chi vive in Lombardia sa bene di cosa parlo: ieri alle 12 in punto tutti i telefoni cellulari hanno squillato all’unisono per un test della procedura. È un sistema che serve per informare immediatamente la popolazione in caso di calamità, terremoti o altre disgrazie varie.

Ebbene dicevo che questo noto giornalista ha commentato l’accaduto con la consueta sagacia e l’inconfondibile tono complottista-vittimista-conspirazionista che lo caratterizza da alcuni anni. Ascoltiamo: “Poco prima delle 12, quindi, mia moglie ed io (…) abbiamo ovviamente spento i nostri cellulari. Non riusciamo a prendere sul serio uno Stato che scrive frasi come “verificare le eventuali criticità per ottimizzare il sistema”. E non gli riconosciamo alcun diritto di intrusione dopo che ci ha perseguitati ed emarginati con la storia della pandemia. E poi, detto fra noi, avevamo altro da fare. Alle 12, come sempre, al classico “suono distintivo” che ci piace (le campane), abbiamo recitato l’Angelus. In latino.”

Non male, eh?

Ammetto che, nonostante tali parole siano in assoluta coerenza che quanto frequentemente sostenuto sul suo blog, non riesco ad abituarmi che una persona colta, che ha esercitato un ruolo di primo piano nell’informazione e che dispone di strumenti di lettura della realtà sofisticati, continui a fare pronunciamenti di questo tipo. Sentirsi perseguitati dallo stato invece che dal virus ha del sorprendente, dopo tutto quello che abbiamo passato negli ultimi anni. Credere ancora, anzi incaponirsi ad argomentare, che la gestione della pandemia abbia comportato una illecita limitazione della libertà, in uno stato in cui vige un regime democratico, una serie di controlli costituzionali e il libero confronto politico, lo trovo non solo surreale, ma segno di ottusità e di pregiudizio. Continuare a sostenere che in casa ci ha rinchiuso lo stato ed non il virus, mah, mi pare davvero assurdo.

Carina (si fa per dire) anche il riferimento all’angelus (in latino! Sic!) di mezzogiorno! Sì, perché secondo il noto giornalista, occorre aggrapparsi ossessivamente al passato per non rischiare cedimenti o compromissione con il presente. Meglio vivere nel bel tempo che fu, quando le campane suonavano a festa, invece che nell’oggi quando un diabolico aggeggio tecnologico turba la quiete del mezzogiorno. E su questo punto c’è poca ironia da fare: ci sono ancora cristiani che faticano a leggere il presente, che abitano la storia con gli occhi, il cuore e la testa ancorati al passato, che vorrebbero vivere in una cittadella fortificata dove la verità resta immutabile, la tradizione perennemente onorata, ogni cambiamento e progresso bandito come frutto del demonio. Queste persone si sono create un totem da adorare che è costituito dei loro gretti schemi e principi, da quattro idea che usano per interpretare ogni cosa e da una ideologia che diventa ottusità e cecità. C’è un solo nome per definire questa posizione esistenziale: si chiama idolatria. Idolatria delle proprie idee, idolatria della proprie convinzioni, idolatria verso una verità che non libera ma rende ancora più schiavi.

Una replica a “quel “diabolico” IT-Alert!”

  1. Avatar WuOtto

    Effettivamente, il suono inconsueto, con la iconografia di allarme, Ti allarma, ancorché mi trovavo all’estero e rimasi sorpreso di esser consigliato di aderire ad un questionario al quale dovevo accedere personalmente.
    Direi proprio Sì diabolico
    Un caro saluto Wu Otto

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