fermatevi!

Nulla può scusare o anche lontanamente giustificare la strage compiuta da Hamas il 7 ottobre verso un migliaio di civili israeliani. Punto. Ammazzare così brutalmente giovani, donne, bambini e anziani inermi è un fatto che non ammette comprensione né tentativi di scusa, alibi, attenuazione delle responsabilità o altra possibile argomentazione.

È altrettanto chiaro che, in nome del male subito, Israele non è autorizzato ad infrangere ogni legge morale, ogni vincolo di diritto, ogni senso della misura e della umana pietà. Il fatto che Israele sia uno stato democratico, forse l’unico nella regione, rappresenta un ulteriore limite alla sua azione: uno stato democratico ha diritto alla difesa ma non alla vendetta cruenta ed indifferenziata, come una qualunque organizzazione terroristica.

La convenzione di Ginevra parla molto chiaramente: “Gli stabilimenti fissi e le formazioni sanitarie mobili del Servizio sanitario non potranno, in nessuna circostanza, essere attaccati, ma saranno in ogni tempo rispettati e protetti dalle Parti belligeranti. (…) Le autorità competenti vigileranno che gli stabilimenti e le formazioni sanitarie sopra indicate siano, per quanto possibile, situati in modo che eventuali attacchi contro obiettivi militari non possano mettere in pericolo detti stabilimenti e dette formazioni sanitarie” (art 19); “Non saranno considerate come condizioni atte a privare una formazione od uno stabilimento sanitario della protezione stabilita all’articolo 19 il fatto che il personale della formazione e dello stabilimento sia armato e usi delle armi per la difesa propria o per quella dei suoi feriti e dei suoi malati (…)” (art.22).

Parlare di “diritto di guerra” pare già un ossimoro in se stesso: in guerra si compiono sempre le peggiori cose, si commettono i crimini più efferati e sperare che ci possa essere una “norma” che renda il conflitto meno sanguinoso e più umano, già questo auspicio appartiene alla logica delle pie illusioni. E tuttavia il fatto che, dopo la seconda guerra mondiale, le nazioni abbiano vuluto darsi alcuni vincoli per sancire il “diritto delle vittime di guerra e diritto internazionale umanitario” (come recita la descrizione) pare il tentativo di sottrarre le azioni di violenza dall’impeto della rabbia, della vendetta e risentimento. Insomma: cerchiamo di restare uomini anche quando ci facciamo la guerra…

Si resta impietriti nel vedere le immagini di malati, feriti, spesso bambini o addirittura neonati, vittime di una furia omicida, di una sete di vendetta, di una violenza che perde ogni senso di umanità. Togliere l’acqua, l’energia elettrica e il carburante necessario per curare malati e feriti mi pare di una crudeltà inconcepibile. Sorprende anche il fatto che tutti gli attori internazionali restino impotenti di fronte alla strage che sta accadendo in diretta sotto gli occhi di tutti… Israele ha il diritto alla difesa ma non di fare strage di innocenti: usare il male subito per giustificare il male compiuto ci riporta all’età delle pietra…

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