Capito casualmente su un reel sui social: un tizio, con camice bianco e spilla a forma di Caduceo fissata al bavero, mi spiega quanto sia dannoso assumere integratori alimentari che contengano sostanze quali coloranti, edulcoranti, aromatizzanti e via dicendo. Il tizio, per fugare ogni dubbio, richiama severamente l’ascoltatore a non credere ai consigli dati da amici, parenti o familiari circa la presunta bontà di alcuni integratori ma a controllare con attenzione la composizione per individuare immediatamente la presenza di possibili sostanze nocive.
Mentre ascolto con attenzione i suoi consigli – il tizio pare davvero convincente – mi nasce spontaneo un sorriso sulle labbra: in fondo il presunto farmacista utilizza lui stesso il meccanismo che sta criticando. Se davvero non bisogna credere alla prime notizie che ascoltiamo, perché dovrei dare credito ad una persona che manco conosco e che ascolto per la prima volta su internet? Se è da criticare la presunta autorità di amici e familiari, lo è ancora di più quella di qualcuno che, vestito da operatore sanitario, spaccia consigli in rete.
Se ci pensate bene, il caso è di per se stesso banale ma tradisce qualcosa che banale non è: a cosa possiamo credere, di chi ci possiamo fidare, a chi dare credito? Nella fluidità tutta post-moderna in cui viviamo, la domanda non è per nulla scontata o insignificante. Se è vero che “uno vale uno”, se è vero che non esistono verità assolute, se è altrettanto vero che la certezza ha preso il posto della verità ma che ogni certezza necessità di un quadro normativo di riferimento, è facile giungere alla considerazione che tutto è relativo, tutto opinabile, tutto discutibile. È il tema assai annoso della crisi del principio di autorità: se da una parte è vero che la libertà passa attraverso la messa in discussione di ogni principio di autorità, è altrettanto vero che senza di esso ogni cosa diviene volatile, equivoca ed ambigua.
Non me ne voglia il presunto farmacista del video in rete, ma, ahimè, il suo parere vale esattamente quanto quello dei parenti e amici di cui egli chiede di dubitare. È la condizione, per certi versi paradossale, di noi gente post-moderna: cerchiamo verità in un mondo che vive solo di opinioni.









Lascia un commento