Oggi una giovane mamma se n’è andata, lasciando soli il marito ed un figlio adolescente. Una mamma giovane, sorridente, solare ha terminato prematuramente il suo viaggio tra noi. Ti lasciano sgomento queste notizie: arrivano come delle sferzate violente sulla pelle: inattese, imprevedibili, disorientanti. E’ il gioco della vita, puoi pensare, sapendo bene che ogni parola ed ogni pensiero suonano come atti falsi ed impertinenti.
Ogni morte, soprattutto se di una persona giovane che è ancora nel fiore degli anni, irrompe come una cesura drammatica nel fluire del tempo ed arriva come un invito a guardare le cose dal punto di vista dell’eternità. Siamo talmente presi, anzi assorbiti, dalle nostre mille inezie, che finiamo per vivere in una bolla, prigionieri del momento, schiavi dell’ io, perennemente dietro a falsi problemi, inutili preoccupazioni, cose che paiono davvero piccole una volta che hai il coraggio di alzare lo sguardo.
La morte di Grazia è una sollecitazione, manco troppo gentile, a cambiare punto di vista e a guardare alle nostre umili e povere esistenze da una prospettiva difficile, ma vera: quella dell’eterno. Forse dovremmo imparare a gustare ogni attimo, ad onorare ogni istante, ad assaporare quel tanto o quel poco che la vita ci riserva. Dovremmo sforzarci di dimorare il presente con più intensità, non in modo egoistico o interessato ma con passione e generosità, condividendo, facendo spazio, celebrando, danzando, urlando e piangendo, sperando ed amando. Ma non domani, ora!
Chi ci ha lasciato prematuramente ci ricorda che non c’è tempo da perdere, che ogni giorno è una festa irripetibile, che la saggezza nasce, come ci ricorda il Salmo, dalla capacità di contare i nostri giorni. “Ecco il momento favorevole! Ecco il tempo della salvezza!” (2Cor 6,1)
Cara Grazia, se puoi non smettere mai di ricordarcelo…









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