È diventato famoso nel mondo come “il pianista delle macerie” per via di quello scatto in cui veniva ritratto seduto al suo pianoforte in una strada devastata dalla guerra in Siria. Aeham Ahmad potrebbe essere uno dei milioni di profughi siriani rifugiati in Europa, uno dei tantissimi e anonimi disgraziati che hanno lasciato la propria terra per sfuggire la guerra, se non fosse che il suo straordinario talento musicale lo ha reso celebre in tutto il mondo, non solo per la qualità delle sue composizioni ma anche per la forza della sua testimonianza e il vigore del suo impegno.
“Quando fuggi dalla fame e dalle bombe, sei costretto a lasciare il tuo mondo alle spalle”, scrive Ahmad nel capitolo di apertura della sua autobiografia. “E ti trasformi in una di quelle creature grigie che devono aver sempre vissuto nella miseria, e ora sono arrivate in Europa per condividere parte della grande ricchezza.”
Aeham nasce da una famiglia palestinese, rifugiatasi nel campo profughi di Yarmouk fuori Damasco, dopo la fuga dal paese nel 1948. In Siria la famiglia di Aeham riesce a costruirsi una vita: il padre gestiva una fiorente attività di costruzione di strumenti musicali ed Ahmed ha studiato pedagogia musicale all’università di Homs. A Yarmouk conosce la moglie e dal loro rapporto nasce nel 2012 il primo figlio: “Il 27 giugno 2012 è nato Ahmad e il mondo in cui è nato era brutale. La guerra in Siria era in pieno svolgimento.”
Nel 2015 la situazione di Yarmouk si fa insostenibile e Aheam decide di lasciare la Siria per cercare per sé e per la propria famiglia un futuro migliore. Non è sicuro portare con sé la moglie ed il figlio ancora piccolo sicché Ahema inizia il suo viaggio da solo con una promessa in testa fatta all’amata: “ti verrò a prendere tra meno di un anno.”
Giunto in Germania il ragazzo viene ospitato in un alloggio di emergenza in un palazzetto dello sport comunitario, insieme ad un folto gruppo di compatrioti fuggiti insieme a lui. Racconta nella sua biografia del primo periodo in Germania: “Sotto il letto, in una borsa, raccoglievo vasetti di plastica pieni di miele avanzato dai pasti. Per le emergenze, nel caso non ci fosse cibo… Perché la paura di patire di nuovo la fame mi avrebbe accompagnato per molto tempo .”
Il talento musicale del giovane non resta fortunatamente nascosto e presto il pianista trova visibilità e successo e, con esso, la possibilità di ricongiungersi con sua moglie e i suoi figli. La fama è tale che nel 2015 riceve il Premio internazionale Beethoven per i diritti umani, la pace, la libertà, per il coraggio dimostrato nel continuare a fare musica. Al momento della premiazione l’allora segretario di Stato presso il Ministero tedesco per la cooperazione e lo sviluppo economico, disse: “Con la tua musica hai restituito qualcosa a coloro che erano con te – un momento di umanità e dignità – e quindi qualcosa di infinitamente prezioso: Speranza.”
Dal 2017 suona nel trio Edgar Knecht, composto da Edgar Knecht (pianoforte), Rolf Denecke (contrabbasso) e Tobias Schulte (batteria). Insieme hanno pubblicato l’album Keys to Friendship pubblicato nel 2017, il quale è composto da brani che sono interpretazioni di canzoni popolari tedesche e arabe in arrangiamenti jazz. Nel 2017 hanno vinto il Creole – Global Music Contest. A febbraio 2020 si è esibito durante la 70ª edizione del festival di Sanremo con un duetto insieme a Elodie.
Aeham è diventato un simbolo del suo popolo, umiliato e privato della terra e della possibilità di vivere in pace. Aheam, attraverso i suoi concerti e le sue esibizioni, si fa portavoce dei mille disperati della storia, di coloro che le guerre hanno messo ai margini della vita e costretto ad esistenze disumane e crudeli.
Credo che sarà emozionante ascoltare la sua musica e la sua storia nella straordinaria cornice dell’Abbazia di Abbadia Cerreto, domenica 16 giungo alle 21:15 grazie all’iniziativa promossa dal MEIC “Con occhi di donna”. “Sognare la libertà, un viaggio per la pace tra musiche e parole” è il titolo della serata che, insieme alla musica di Aeham vedrà la partecipazione dell’attrice Elsa Bossi con la lettura di testi e poesie.
Sarà una serata per celebrare il valore della pace e della speranza, perché, come scrive Aehem, “There is hope. There is always hope,”









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