È il terzo passeggino che incontro stamattina nel breve percorso a piedi che dall’albergo mi porta alla sede del cliente ad Helsinki.
La cosa strana che balza all’occhio, per uno come me che vive in un paese del Sud Europa, è che tutti i passeggini sono spinti dai papà. La cosa non è per nulla strana nella capitale finlandese: è per loro naturale che gli uomini si dedichino alla cura dei figli. Come vi raccontavo in un altro post, mi già è capitato di essere in una riunione con dirigenti della banca e assistere al fatto che qualcuno si congedasse dal meeting per andare a recuperare i figli a scuola. È anche per questo che amo la Finlandia: il popolo finlandese ha saputo superare pregiudizi di genere e vive una parità e reciprocità tra i sessi che noi italiano ci sogniamo.
I padri, ad esempio, godono di diversi mesi di paternità quando nasce il figlio, sicché si possono assentare dal lavoro per accudire i piccoli, senza che questo generi alcuno stigma sociale o biasimo. Forse è proprio questo uno dei motivi per cui il popolo di Babbo Natale è sempre in testa alle classifiche sulla qualità della vita (per quanto esse possano valere, ci intendiamo…). Vivono in una società aperta in cui uomini e donne condividono le medesime responsabilità, i medesimi pesi e partecipano parimenti alla cura educativa.
Nessuno in Finlandia, vedendo quei papà che di prima mattina accompagnano i figli all’asilo penserebbe che essi stanno facendo i “mammi”… non passa loro nemmeno per l’anticamera del cervello. Stanno semplicemente e naturalmente svolgendo il ruolo di padri, condividendo con la compagna impegni e doveri.
Non è bello pensare che ci sono popoli che vivono felicemente, senza il bisogno di vecchi pregiudizi, ruoli prestabiliti, schemi retrogradi e ridicole preclusioni? Non è bello vivere in una società che promuove il soggetto e non il ruolo che esso ricopre, la persona e non la “figura” che essa rappresenta? Non è bello questa orizzontalità dei rapporti, questa omogeneità dei compiti, questa fluidità delle funzioni che abbatte inulti cliché e stereotipi?









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