povera America…

Il giornalista della BBC riferiva che, dopo il primo dibattito pubblico tra Trump e Biden, il primo commento di un partecipante del focus group, chiamato a valutare le performance dei contendenti, è stato: “It is a choice between the circus and the nursing house” (è una scelta tra il circo e la casa di riposo). Difficile dare torto all’osservatore!

È sufficiente ascoltare qualche spezzone del dibattito, trasmesso in diretta in prima serata sulle reti americane, per avere una sensazione di disorientamento e imbarazzo: da una parte un individuo, pregiudicato e che ha alimentato una sommossa contro il precedente risultato elettorale, che racconta una bugia dopo l’altra (per la cronaca, alcuni giornalisti ne hanno contate ben 25); dall’altra un signore ultraottuagenario che parla con una voce fioca e rauca, che confonde numeri e cifre, che perde spesso il filo del discorso e resta come spaesato di fronte all’irruenza dell’avversario.

Sono davvero questi i contendenti per la più importante carica di uno dei Paesi leader dell’Occidente? Pensate a un giovane americano che si affaccia per la prima volta sulla scena politica e si trova ad assistere a un dibattito in cui due “arzilli” anziani (beh, forse uno solo…) danno la sensazione di inaffidabilità, mancanza di credibilità e solidità. Ma davvero la scelta è tra questi due personaggi? Possibile che l’America del progresso e delle opportunità non sia in grado di esprimere una classe dirigente all’altezza del compito?

Una parola ritornava frequentemente durante le interviste che i giornalisti della BBC hanno effettuato fuori dallo studio televisivo in cui è avvenuto il confronto: “bizarre”, bizzarro… la Treccani definisce questo aggettivo così: “Che attrae l’attenzione per la sua stranezza e originalità; fantastico, stravagante, capriccioso”. Diciamo che si tratta di un eufemismo.

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