Per alcuni di noi (o forse, in qualche misura, per tutti) le vacanze rappresentano una sfida: quella di staccare, di prendere una pausa e di vivere il tempo in modo diverso e, si spera, rigenerante.
Detto così sembra semplice e naturale, ma per alcuni questo passaggio non è affatto istintivo e pacifico. Sei abituato a prenderti costantemente cura delle cose, a programmare, gestire, organizzare, anticipare, risolvere, influenzare; sviluppi un approccio al tempo orientato alla performatività e al risultato. Cavalchi il tempo come fa il surfista con la tavola da surf, cercando di restare in equilibrio e di non perdere la spinta opportuna ed efficace. Sfrutti il tempo che la vita ti concede per arrivare da qualche parte, per perseguire obiettivi e mete, per cambiare le cose e le situazioni, insomma, per “fare la differenza” e dare il tuo piccolo contributo all’esistenza.
Il bello (e il difficile) di ogni vacanza è proprio il senso di vuoto che provi rispetto alla percezione di saturazione vissuta fino ad allora: le cose rallentano o, talvolta, si interrompono di colpo. Nessun impegno, nessuna scadenza, nessuna riga da aggiungere alla lista di cose da fare. È proprio questa assenza che ti obbliga a sperimentare un diverso rapporto con il tempo: esso non è più un’onda da cavalcare, ma un fiume da cui lasciarsi condurre.
Personalmente, vivo il tempo della vacanza con questa faticosa consapevolezza: quella dell’abbandono, del naturale scorrimento delle cose, del dispiegarsi pacato e sereno dei minuti senza alcuna fretta, senza affanno o incombenze. La vacanza è il tempo che scorre, che procede lentamente nel susseguirsi di giorni, ore e minuti, senza alcuna forzatura, pressione o ambizione. Impari così la difficile arte del lasciarsi condurre, del seguire la corrente e di procedere a un ritmo che non decidi tu.
Come dicevo all’inizio, l’incontro con la passività della propria esistenza per molti di noi è una sfida, un compito evolutivo, una meta da raggiungere. È un cambio di prospettiva, una variazione del punto di osservazione che ti porta a considerare il tempo da un altro punto di vista. Significa sperimentare quella strana sensazione che si origina quando si tirano i remi in barca e ci si affida, con fiducia e speranza, alla corrente del fiume.









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