Non c’è vita senza desiderio!

C’è un tratto specificamente umano che ci distingue da tutte le altre specie animali, una cosa che solo l’uomo conosce e vive: l’esperienza del desiderio. Non c’è vita senza desiderio; esso è l’essenza del nostro essere, la forza motrice che ci permette di trascendere i confini dell’ordinario e di aspirare a ciò che riteniamo significativo. Il desiderio è una forma primordiale della vita, un impulso che ci spinge a cercare, a esplorare e a vivere con maggiore intensità. Scrive Massimo Recalcati: “Il desiderio è una potenza che allarga l’orizzonte della nostra vita. In fondo, non è tanto importante avere una vita lunga, né una vita, come si dice oggi, capace di benessere… È invece fondamentale avere una vita ricca, ampia, larga; una vita animata, scossa, resa più viva dal desiderio. In questo senso, il desiderio, se si vuole dire così, serve a rendere una vita degna di essere vissuta.”

Il nostro tempo tende a confondere il desiderio con il capriccio o la compulsione: la compulsione è un’azione ripetitiva, spesso forzata, mentre il capriccio cerca incessantemente novità e cambiamento. La sua natura effimera lo porta a essere un costrutto superficiale, incapace di nutrirsi della ripetizione. “Il nostro tempo,” scrive ancora lo psicanalista, “ritiene che la felicità si trovi nel possesso dell’oggetto, del nuovo oggetto, dell’oggetto che ci manca. In realtà, nessun oggetto può darci la felicità. Anzi, più ci impegniamo nella ricerca del nuovo, più ripetiamo sempre la stessa insoddisfazione. Il nuovo non è mai contrapposto allo stesso, ma è una sua piega interna.”

Il desiderio, al contrario, è capace di alimentarsi e di rigenerarsi attraverso il medesimo. Possiamo desiderare lo stesso oggetto o ideale in modi e forme sempre rinnovate, trasformando ogni interazione in un’esperienza unica. Possiamo amare la stessa persona per un’intera vita, trovando in lei, ogni giorno, cose nuove e inedite. Questa peculiarità del desiderio ci consente di affrontare la vita in modo più profondo e significativo, portandoci a esplorare dimensioni dell’essere che altrimenti rimarrebbero inaccessibili.

Il desiderio è luogo originario di apertura, in quanto diventa spazio in cui l’uomo fa esperienza di trascendenza. L’uomo contemporaneo è spesso descritto come chiuso in se stesso, autoreferenziale, appiattito sull’oggi e sulla materia. Eppure egli è abitato da una dinamica, quella del desiderio, che lo conduce ad andare oltre se stesso, oltre il qui ed ora, oltre la fattualità delle cose che ci circondano. Il desiderio è una spinta a cercare ciò che sta al di fuori del nostro immediato, una forza che ci richiama verso orizzonti più alti e profondi, allargando non solo le nostre aspettative ma anche la nostra capacità di sentire e vivere. Nonostante un diffuso materialismo o nichilismo esistenziale, l’esperienza del desiderare è un antidoto a quelle spinte regressive che inducono chiusura, insensatezza e disperazione.

Chiunque sia in relazione con le nuove generazioni conosce bene la necessità — o forse sarebbe meglio dire l’urgenza — di educare i giovani ad abitare il desiderio. La logica prevalente è oggi “tutto, subito, adesso”, per cui il desiderio conosce una sola forma di appagamento: quella di una soddisfazione immediata e repentina, che non contempla né pazienza, né differimento, né progetto.

Educare al desiderio non è una questione di trasmettere conoscenze o abilità; al contrario, è un processo che si nutre di contagio. Ogni esperienza di desiderio, autentica e profonda, può generare entusiasmo e passione in chi ci circonda, portando a una sorta di “epidemia” positiva. Recalcati ci ricorda che “accade in un’amicizia, in un rapporto di sorellanza, nell’incontro con un maestro. Il denominatore comune è che, per irrobustire il nostro desiderio, è necessario l’incontro con la testimonianza di un desiderio incarnato.” Non possiamo insegnare il desiderio in modo tradizionale; piuttosto, possiamo viverlo e far sì che contagi le persone con cui condividiamo la vita, infondendo negli altri la stessa scintilla che ci anima. Il desiderio dei giovani ha una sola possibilità di essere alimentato e promosso: attraverso la capacità di desiderare da parte del mondo adulto. Proprio per la natura “contagiosa” del desiderio, non esistono altre strade o strategie.

I nostri figli e le nuove generazioni diventeranno uomini capaci di abitare il desiderio solo nella misura in cui incontreranno, lungo il loro cammino, adulti che hanno saputo testimoniare un “desiderio incarnato,” un anelito all’oltre, l’ardore per una pienezza, l’eros che ci spinge all’incontro gioioso con l’altro e con l’Altro.

Pubblicato su il Cittadino del 1 Ottobre 2024

Una replica a “Non c’è vita senza desiderio!”

  1. Avatar trevaughnnally

    wow!! 57state dove c’è reciprocità!

    "Mi piace"

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