ma che domande sono?

Ma che domande sono? A volte il Maestro di Nazareth appare davvero un po’ bizzarro ed originale. «Che cosa vuoi che io faccia per te?» chiede a Bartimeo, l’uomo cieco seduto lungo la via che portava fuori da Gerico e che, avendo sentito sentire del passaggio di Rabbi, gridava a gran voce per attirare la sua attenzione. Che risposta può dare un cieco, condannato ad elemosinare qualche moneta per vivere, alla domanda «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Pare ovvio e scontato a chiunque stesse assistendo alla scena quale fosse il reale desiderio di quell’uomo: riacquistare la vista, guarire, poter tornare ad essere protagonista della propria esistenza, ritornare libero ed autonomo, non più costretto a dipendere dell’elemosina altrui.

Eppure, benché il Maestro non abbia mai fatto mistero di saper riconoscere cosa c’è nel cuore dell’uomo, la domanda affiora dalla sue labbra ed interpella il suo interlocutore.

Forse perché ogni percorso di guarigione vera parte sempre da una scelta, dalla volontà di guarire e di iniziare una nuova vita.

Massimo Recalcati sottolinea come nel cammino di guarigione interiore, diviene centrale la determinazione ed il coraggio del paziente a cambiare vita, ad uscire dal suo stato di minorità e sofferenza per trasformarsi in una persona nuova. Benché la cosa passa apparire strana, lo psicanalista evidenzia come molto spesso le nostre fragilità, i nostri tic, le nostre sofferenze o involuzioni funzionano come delle potenti armature dietro cui ci difendiamo e ci proteggiamo. In fondo sono il nostro piccolo rifugio, la zona in cui, pur lamentandoci e coltivando rancore e rabbia, ci sentiamo a nostro agio. Certo, malediciamo i nostri problemi e le nostre fragilità, ma tutto sommato, non si sta così male in loro compagnia. Ecco perché la prima domanda di qualunque guaritore è: ma vuoi davvero guarire? Ossia: sei disposto a lasciare quelle mille difese che ti porti dentro? Sei disponibile a cambiare, rinnovarti, crescere, sperimentare nuove modalità per essere te stesso? Sei pronto a attraversare nuove terre, a osservare nuovi orizzonti, ad abitare in luoghi in cui entra l’aria e il sole scalda le stanze?

Non è una domanda né semplice né banale. Ci piace talmente tanto crogiolarci nei nostri piccoli problemi che, in fin dei conti, troviamo una certa dose di piacere ed appagamento. La casa in cui abitiamo sarà pure malsana e piena di spifferi ma ogni trasloco è faticoso e disorientante, perché ci obbliga a lasciare il noto per esplorare l’ignoto.  

In fondo, con quella piccola domanda «Che cosa vuoi che io faccia per te?», il Maestro di Nazareth va al cuore del problema, alla reale volontà di essere liberi e affrontare il peso della nostra libertà.

Lascia un commento

I’m Marco

Benvenuti in questo mio piccolo spazio virtuale che vorrebbe offrire sosta e ospitalità a pensieri ed esperienze capaci di custodire il senso ed i sensi della vita

Let’s connect