Le democrazie occidentali non godono di buona salute. In un momento storico segnato da incertezze e trasformazioni rapide, il modello liberal-democratico, che per decenni ha rappresentato il cuore pulsante dell’Occidente, sembra oggi vacillare. Non è in crisi la diffusione della democrazia in sé – tantissime persone, in molte parti del mondo, continuano a votare. La crisi riguarda la qualità della democrazia, la sua effettività, la capacità di essere concreta ed efficace. È il modello liberal-democratico stesso, forgiato sulle ceneri delle due guerre mondiali, che oggi appare sempre meno adatto a rispondere alle sfide di un mondo globalizzato.
Dopo le tragedie delle guerre mondiali, l’Occidente aveva individuato nella democrazia liberale l’antidoto alla violenza e alla sopraffazione tra nazioni, il baluardo a tutela dei diritti fondamentali dell’uomo, sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite. Nel secondo dopoguerra, prese corpo così l’idea della democrazia non solo come procedura, ma soprattutto come insieme di valori imprescindibili per la convivenza civile: libertà di parola e informazione, separazione dei poteri, giustizia uguale per tutti, solidarietà e diritti sociali, etc. Le istituzioni internazionali divennero luoghi di mediazione e di gestione dei conflitti dentro e fra le nazioni, tentando di rappresentare un ordine mondiale nuovo, fondato sul dialogo.
Oggi, tuttavia, quel modello sembra essere messo in discussione. Le sfide della globalizzazione, le ondate migratorie, la pressione economica e sociale stanno spingendo l’opinione pubblica verso una richiesta di sicurezza e protezione, che si traduce in forme di governo democratico di tipo diverso. Sembra emergere una spinta verso regimi cosiddetti “illiberali”: democrazie dove il diritto al voto resta garantito, ma che rinunciano progressivamente a quei valori fondanti che un tempo erano considerati imprescindibili. L’ascesa di questi nuovi modelli – dalla Russia alla Turchia, dall’Ungheria all’Argentina, fino alle recenti torsioni autoritarie osservate in molte democrazie occidentali – sembra rispondere a una percezione diffusa che il sistema liberal-democratico sia ormai incapace di garantire sicurezza e protezione.
Da più parti si solleva la critica che la democrazia liberale sia divenuta lenta, macchinosa, inefficace. I processi democratici, pensati per garantire rappresentanza e trasparenza, vengono oggi visti come ostacoli alla rapidità di risposta, in un mondo che sembra chiedere decisioni forti, immediate. La tentazione è quella di concentrare il potere in mano a pochi, di snellire il processo decisionale sacrificando alcuni diritti civili in nome di una maggiore sicurezza collettiva. È una tentazione pericolosa, che rischia di intaccare il cuore stesso della democrazia: il rispetto per la libertà individuale e per la diversità di opinioni.
Un quadro internazionale che vede affermarsi forme di democrazia “illiberale” ci mette in guardia sul futuro di un’Europa che ha sempre fatto della democrazia liberale il suo pilastro. Paesi come la Francia, l’Austria e la Germania hanno visto l’ascesa di movimenti di estrema destra che promuovono visioni di chiusura, mettendo in discussione quel sistema di valori che ha tenuto insieme l’Europa negli ultimi settant’anni. La stessa polarizzazione politica negli Stati Uniti dimostra quanto fragile sia ormai l’equilibrio democratico anche nelle democrazie più consolidate. Al contempo, il modello di “democrazia” proposto da paesi come la Cina, dove la partecipazione elettorale è strettamente controllata, sembra trovare seguaci, attirando coloro che vedono in essa una stabilità e una forza economica difficilmente riscontrabili nelle democrazie occidentali.
L’Europa, come “vecchio continente” che ha visto nascere la democrazia moderna, deve interrogarsi su questo fenomeno e su come preservare la vitalità della propria democrazia liberale. La sfida che le democrazie europee hanno davanti è quella di riuscire a dimostrare che il sistema liberale è ancora in grado di proteggere i diritti individuali e promuovere il benessere collettivo. Se la democrazia liberale vuole sopravvivere, deve tornare a mostrare la sua capacità di rispondere alle esigenze dei cittadini, adattandosi a un contesto in rapido cambiamento senza rinunciare ai valori che la definiscono. In questo senso, la crisi della democrazia liberale può essere vista come una sveglia per l’Europa.
Di fronte alla tentazione di modelli alternativi, dobbiamo recuperare il senso profondo dei valori democratici, impegnandoci a renderli concreti e a dimostrare che solo attraverso una democrazia rispettosa delle libertà individuali e della giustizia sociale è possibile garantire un futuro di pace e prosperità. L’Europa, da sempre faro di cultura e civiltà, ha ora la responsabilità di ricordare al mondo l’importanza della democrazia come strumento di libertà e garanzia di diritti per tutti
pubblicato su il Cittadino del 15 novembre 2024









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