Non so voi, ma io mi sento piuttosto disorientato. Nell’era della post-verità, sembra che tutto sia lecito: si può affermare, contraddire e riaffermare qualsiasi cosa senza necessità di coerenza o verità, o almeno verosimiglianza. Si possono sostenere affermazioni senza alcun bisogno di fornire prove, ragioni o giustificazioni. Le dichiarazioni diventano “vere” semplicemente perché sono pronunciate, con la pretesa che chi ascolta le accetti ciecamente e senza obiezioni.
Penso, ad esempio, a quanto dichiarato da uno dei protagonisti assoluti dell’epoca della post-verità: il presidente Trump. Poche ore dopo un incidente aereo a Washington in cui sono morte decine di persone, ha affermato che la colpa fosse delle politiche di integrazione e inclusione introdotte dalle amministrazioni Obama e Biden. Un’affermazione che lascia sbigottiti.
Non è chiaro, infatti, in che modo queste politiche possano essere collegate all’accaduto, soprattutto considerando che, secondo le fonti ufficiali, la dinamica dell’incidente non è ancora stata chiarita. La FAA (la Federal Aviation Administration) ha promesso i primi risultati parziali delle indagini entro 30 giorni. Ciò che appare quasi comico, se non fosse tragico (dato il potere di cui dispone), è che quando Trump è stato incalzato sull’argomento in conferenza stampa, le sue risposte sono sembrate perlomeno “surreali”:
Domanda: “Oggi hai incolpato gli elementi di diversità, ma hai detto di non essere sicuro che i controllori abbiano commesso errori. Poi hai suggerito che forse gli errori sono stati dei piloti degli elicotteri.”
TRUMP: “È tutto sotto inchiesta.”
Domanda: “Comprendo, ed è per questo che mi chiedo come tu possa già concludere che la diversità abbia qualcosa a che fare con questo incidente.”
TRUMP: “Perché ho buonsenso. OK? E purtroppo, molte persone non ce l’hanno.”
Ecco svelato il mistero: il buon senso del presidente come fonte delle sue valutazioni! Immagino sia lo stesso buon senso che lo ha portato a voler includere il Canada negli Stati Uniti, invadere la Groenlandia e rivendicare il Canale di Panama. Sempre seguendo questo criterio, ha decretato che negli Stati Uniti esistono solo due sessi, e guai a sostenere il contrario!
È curioso come, dopo secoli di cultura politica e millenni di storia, ci ritroviamo a dipendere dal “buon senso del presidente”, sperando che non ci conduca a sbattare contro un muro. Forse potremmo iniziare a considerare il “buon senso” come una nuova unità di misura nelle decisioni politiche: “Quante dose di buon senso ci vorranno per risolvere questa crisi?”. Chissà, potrebbe addirittura sostituire il dollaro nei mercati internazionali – altro che Bitcoin! Una fortuna tutta basata sulle intuizioni presidenziali, e come opportunità per investire in un futuro… imprevedibile!









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