una stanza per respirare

Racconta la BBC che c’è una piccola stanza verde scuro alla Manchester Art Gallery, proprio accanto a una galleria affollata di figure stilizzate e edifici industriali di L. S. Lowry. Mentre la gente si muove nello spazio luminoso, indaffarata come gli operai delle fabbriche raffigurati dall’artista, nella stanza verde scuro il ritmo rallenta. Le persone si siedono, osservano i tre dipinti sulle pareti e li guardano davvero. Guidati da una meditazione scaricabile, i visitatori sono incoraggiati a trascorrere fino a 15 minuti con l’opera d’arte scelta, in un incontro individuale. 

In un mondo in cui le richieste di attenzione sono onnipresenti e la concentrazione è una risorsa preziosa, questo spazio focalizzato, chiamato “Room to Breathe” (“Spazio per Respirare”), è un luogo in cui ritrovare il proprio equilibrio. Fa parte della “Mindful Museum Campaign”, un’iniziativa che introduce una visione interessante: un museo o una galleria d’arte non sono solo luoghi in cui conservare ed esporre oggetti, ma spazi pubblici in cui migliorare il benessere mentale. I Musei non sono solo luoghi in cui guardare “fuori” ma anche spazi in cui possiamo connetterci con la nostra identità, osservando gli oggetti esposti e sviluppando un senso di appartenenza e di conoscenza di noi stessi 

Questo atto di osservazione, nell’intenzione degli ideatori della campagna,  è essenzialmente un esercizio di presenza nel momento, un principio fondamentale della meditazione mindfulness. 

Il visitatore si siede nella stanza verde scuro. Osserva le linee astratte, le tonalità di grigio e il giallo senape di una natura morta di Ben Nicholson, seguendo una registrazione che invita a respirare profondamente, a notare ciò che attira l’attenzione e a riflettere su ciò che piace e ciò che non piace. Più guarda, più vede: il dipinto non è così astratto come pareva all’inizio ma emergono ombre e forme, il bordo di una tazza, la curva di un piatto.

Il messaggio implicito è che rallentare e prendersi il tempo per osservare permette di cogliere la bellezza e gli aspetti interessanti di qualcosa che altrimenti si sarebbe ignorato. Ed è un concetto che ha implicazioni più ampie: fermarsi a riflettere e osservare – un’opera d’arte, un brano musicale, un testo – costruisce nuovi significati. Al contrario, nel nostro mondo frenetico e digitale, il rischio è quello di non impegnarsi mai davvero con il momento presente, perdendo così l’opportunità di apprezzarlo e di vedere la sua bellezza. 

Questo cambia il modo in cui consideriamo un museo o una galleria d’arte. E se un museo fosse più di una semplice collezione di oggetti storici e diventasse un luogo dove imparare qualcosa su noi stessi? E se una galleria d’arte fosse più di un edificio pieno di quadri e diventasse un supporto per la salute mentale, aiutandoci a pensare in modo più chiaro e sereno? E ancora, e se potessimo apprendere in un musoe l’arte di guardare davvero e applicarla poi al resto della nostra vita? 

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