Il fuoco, elemento primordiale e ancestrale, è un componente naturale dotato di uno straordinario potere evocativo e simbolico, protagonista di leggende, miti, tradizioni e usanze. Il fuoco è calore, luce, protezione, cura, purificazione. È nutrimento, strumento di lavoro e di comunicazione. Tuttavia il fuoco evoca anche incendio, devastazione, distruzione, pericolo.
Attorno alla preziosità di questo elemento ruota la nuova mostra organizzata dall’associazione “I Ricci” dal titolo “VOCI DI FUOCO”, ospitata nei suggestivi locali dell’ex convento di Lodi Vecchio. La mostra presenta opere di artisti locali che hanno fatto del fuoco il loro mezzo di espressione. Le opere parlano tutte di fuoco o sono state realizzate grazie a questo prezioso elemento: quadri, immagini, ceramiche, terrecotte, vetri impreziositi da inserimenti metallici e “stampe” su carta create grazie alla bollitura di foglie e arbusti. Insomma, tutto parla di fuoco, invocando e celebrando questo essenziale elemento per la vita umana.
Durante la visita, è stata la possibilità che il fuoco offre all’uomo di manipolare la natura a catturare particolarmente la mia attenzione. Il fuoco è uno straordinario alleato delle mani dell’uomo e permette a lui di trasformare la materia con ingegno. Attraverso la sua capacità, l’uomo crea oggetti e sostanze che la natura non saprebbe fare da sola. Questa capacità manipolativa è talmente eccedente che non si limita solo al campo dell’utile e della necessità, ma si estende all’arte e alla creatività. L’uomo manipola la materia non solo per bisogno, ma perché nello stesso processo creativo esprime se stesso, raccontando chi è, soddisfacendo la sua curiosità e manifestando il suo genio.
Mi chiedo se il significato profondo dell’abitare il mondo da parte dell’uomo non risieda anche in questa sua esigenza di trasformare la materia, di ordinare la realtà, di umanizzare l’ambiente. Gli straordinari artefatti in ceramica esposti alla mostra ci ricordano che l’uomo non è solo bisogno, ma anche desiderio; non solo necessità, ma esplorazione creativa; non solo natura, ma anche cultura. Ogni oggetto che esce dalle mani dell’uomo testimonia che l’essere umano è sempre qui, ma mai solo qui. C’è un “oltre” che egli incessantemente appella, evoca e celebra. Gli oggetti esposti alla mostra sono testimoni di questa innata fame dell’uomo di andare sempre oltre, oltre la materia, oltre le cose, persino oltre sé stesso.









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