uno strano vittimismo…

Ho l’impressione di essermi perso qualcosa, come se avessi vissuto su un altro pianeta. La motivazione dichiarata dal presidente degli Stati Uniti per l’imposizione di dazi commerciali indiscriminati è che, negli ultimi anni, il suo paese sarebbe stato “fregato” dalle altre nazioni (lui ha usato un termine più colorito…), e ora è giunto il momento di restituire il maltolto al resto del mondo.

Sorprende questa posizione vittimistica, alla base della reazione aggressiva sui mercati internazionali, perché devo ammettere che fino ad ora non avevo mai rilevato una tale vessazione collettiva verso la prima economia mondiale. Ho sempre ritenuto (ma evidentemente mi sbagliavo) che la principale potenza globale avesse perseguito i propri interessi legittimi con grande libertà e disinvoltura, facendo uso, a seconda delle circostanze, della moral suasion, dell’influenza politica e della forza militare.

Stiamo parlando di una nazione con un debito pubblico vertiginoso, che supera i 36.000 miliardi di dollari, oltre il 120% del suo prodotto interno lordo. Questo indica che i cittadini statunitensi hanno spesso goduto di un benessere superiore a quello che avrebbero potuto permettersi, grazie ai massicci flussi di capitali stranieri che hanno alimentato il debito. Tutto lecito, sia chiaro, e noi italiani dovremmo essere gli ultimi a lamentarci.

Tuttavia, mi sembra che tutto ciò rappresenti il segnale di un paese che ha speso ampiamente per il proprio benessere; faccio fatica a vederlo come vittima di una cospirazione internazionale volta a prosciugarne la ricchezza. Se ampliamo la prospettiva oltre la bilancia commerciale dei beni per includere i servizi, è chiaro che gli Stati Uniti hanno esportato un’incredibile quantità di servizi, godendo di una posizione dominante, o meglio dire monopolistica, in molti settori.

Al di là dell’ironia, è evidente che la creazione di una narrativa vittimistica serva a giustificare azioni aggressive che altrimenti non troverebbero giustificazione. L’America non è stata vittima dell’Occidente, ciò appare evidente. Ha avuto un ruolo di guida e influenza, sostenendo anche i costi che questa leadership comporta. Ma ciò ha permesso alla prima potenza mondiale di dettare le regole e di essere l’ago della bilancia nelle situazioni più critiche. Ora gli States hanno tutto il diritto di cambiare strategia economica e politica ma raccontarci la storiella che sono state le vittime del sistema, mi pare onestamente eccessivo.

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