Buona festa della liberazione, ancora!

Ci eravamo illusi che avremmo potuto celebrare la festa del XXV aprile come si festeggiano eventi storici del passato, alla stregua della fondazione di Roma o della Rivoluzione francese. Ci eravamo illusi che ricordare gli eventi e soprattutto i valori del XXV Aprile fosse un atto meramente retorico, un giusto tributo alla memoria dei morti e di coloro che hanno liberato l’Italia dalla dittatura. Si, ci eravamo illusi.. almeno il sottoscritto..

Mai avrei pensato che quel moto di liberazione fosse qualcosa da difendere con i denti, qualcosa a cui aggrapparsi con forza, come un evento sorgivo capace di parlare e di illuminare la nostra attualità. È doloroso doverlo ammettere: dopo ottant’anni vediamo, in Italia ed in giro per il mondo, gli ideali ed i valori che animarono i resistenti del ’45 ancora sotto attacco, ancora sotto torsione, ancora rinnegati sotto l’impeto di una politica violenta, aggressiva e totalitaria. Mai avrei immaginato che oggi più che mai, a otto decadi di distanza, fosse urgente e necessario lo sforzo della memoria, l’impegno per la difesa, il coraggio della testimonianza.

Invece eccoci qui: a celebrare questo “sobrio” (sic!) XXV aprile dentro la tempesta della storia, con una guerra alle porte dell’Europa, con un popolo, quello palestinese, massacrato sotto una pioggia di bombe, con gente deportata in colonie oltremare, solo per rastrellare un pugno di voti tra i nostalgici. Eccoci qui al capezzale di una democrazia ferita, che fatica a garantire a tutti la libertà di cura, che fa diffonde pericolose tossine di violenza nel suo corpo malato, che violenta, un po’ alla volta, con metodo omeopatico, quei diritti fondamentali che sono alla base della nostra costituzione. Sì, oggi il XXV aprile, con i suoi valori, la sua sete di libertà, le sue promesse e speranza è più vivo che mai. Il XXV aprile è qui, è oggi, è ancora!

Allora Buon XXV aprile a tutti! Che sia un giorno di resistenza, di testimonianza, di memoria e, ci auguriamo, di rinascita!

(l’immagine è un’opera di Flavia Pera)

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