come le onde del mare…

Si guarisce un giorno alla volta, un mese alla volta, un anno alla volta. Con gradualità, con pazienza, con tenacia.

Le ferite interiori non spariscono dalla sera alla mattina. Restano lì, scolpite nel cuore, immobili come se nulla potesse scalfirle. A volte ti domandi perché quel dolore sembri aver scelto la tua anima come dimora permanente.

Ogni passo avanti ti pare lento, ogni progresso insufficiente, ogni attenuazione del dolore è ben al di sotto delle tue aspettative. Così il cammino della guarigione assomiglia a un viaggio interminabile, in cui sei chiamato ad esercitare una pazienza caparbia e una tenacia che non credevi di avere.

Talvolta pensi di essere arrivato oltre il confine, di aver finalmente voltato pagina. Ma basta un nulla per accorgerti che la meta è ancora lontana. Il viaggio deve continuare.

Vorresti chiudere i conti con quel dolore, spegnerlo per sempre, liberarti dal tarlo che rode dentro. Ma non è così semplice. La guarigione non obbedisce ai nostri comandi, non segue la logica del “tutto e subito”. È piuttosto come un tunnel lunghissimo: a tratti intravedi una luce e ti illudi che sia l’uscita. Poi ti accorgi che la strada è ancora lunga.

Eppure, anche quando sembra tutto immobile, qualcosa dentro di te sta cambiando. Ogni giorno, anche il più buio, scava in silenzio un passaggio verso la vita.

Guarire è come ascoltare il mare: le onde vanno e vengono, a volte travolgono, a volte si ritirano. Ma ogni marea ti lascia un passo più vicino alla riva.

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