La metropolitana è una fonte inesauribile di provocazioni e riflessioni. Ieri, seduto in carrozza, ho visto di fronte a me un cartellone di un’azienda che vende o affitta “spazio” per oggetti personali. A Milano, dove gli affitti e le case hanno prezzi ormai stellari, non stupisce che la metratura delle abitazuioni sia ridotta. Così nascono i magazzini condivisi: uno spazio dove lasciare ciò che non si usa abitualmente.
Lo slogan mi ha colpito: “lo spazio che ti manca è tuo per sempre o fino al prossimo mese”. Geniale. L’azienda vuole comunicare massima flessibilità: ; lo spazio è a tua disposizione per pochi giorni o per molti anni, persino per una vita intera. Adattabilità e affidabilità, sembra essere il cuore di quel messaggio pubblicitario.
Pensavo che questa logica flessibile, utile per l’affitto di un magazzino, rischia di trasformarsi in precarietà quando diviene lo stile abituale della vita e il criterio con il quale operare delle scelte. C’è davvero una tendenza alla provvisorietà in tutto quello che conta nella nostra vita: nulla è mai per sempre ma “per ora”, “finché mi va”, “finché funziona”.
Viviamo una cultura in cui il “per sempre” ed il “fino al prossimo mese” stanno esattamente sullo stesso piano, possiedono lo stesso valore, godono della medesima stima. Ciò che è definitivo non è prezioso nelle scelte: anzi spesso spaventa ed allontana. Tendiamo a evitare impegni troppo a lungo termine, relazioni che sentiamo troppo vincolanti, responsabilità continuative che minacciano la nostra libertà.
L’effetto è un oggi perennemente incerto, instabile, insicuro: le molteplici opportunità aperte davanti a noi generano insicurezza esistenziale, ansia per il futuro e la tendenza a non guardare al domani come promessa e impegno. Si finisce per non mettere radici, per non abitare un luogo come una casa, vivendo da nomadi in cerca del prossimo approdo.
La flessibilità può essere una leva di libertà e opportunità, ma può anche tradursi in insicurezza, provvisorietà e incoerenza. Forse una delle sfide più difficili della nostra vita è saper conciliare i due volti di questa medaglia.









Lascia un commento