La nostra carne è il luogo in cui sperimentiamo la nostra vita, anzi in cui patiamo La Vita. La nostra carne è il movimento con cui ciascuno di noi viene a se stesso, si appropria di sé, si accoglie come “uno che vive”. E’ nel sentire le nostre membra, le nostre mani e le nostre gambe che io, in modo originario e sorgivo, mi scopro e mi accolgo come persona. Mi accorgo che il mio corpo non è uno dei tanto oggetti del mondo, ma è un corpo vivente, è una carne che sente, che soffre e che prova piacere.
La mia carne mi restituisce la consapevolezza di esistere, di essere qui ed ora. E’ il mio “patirmi come paziente” che mi offre la possibilità anche di “pensarmi come pensante”.. il pathos precede il logos.
La mia carne è il “luogo” in cui emerge la mia individualità, in cui la Vita assume la forma di un volto ed di una voce.









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