palloni gonfiati

Come una maestra severa ed intransigente, le nostre fragilità ci ricordano chi siamo, ci restituiscono la misura della nostra statura e ci rammentano il vero valore della nostra persona.

Capita, talvolta, che qualche esperienza positiva ti porti a percepirti in modo un po’ “gonfiato”, eccessivo ed in fondo poco realistico. Ecco allora che i nostri limiti, i nostri difetti, le nostre parti fragili ci riconducono alla verità di noi stessi, talvolta con gentilezza, altre volte con un’amara durezza. A volte la prima impressione è che le nostre fragilità vogliano annientarci e mutilarci… penso di no… credo piuttosto che fungano da salutari contrappesi e ci permettono di riequilibrare la nostra vita in modo più obiettivo è realistico.

Le nostre fragilità ci ricordano che siamo oggetti “complessi” e che ogni indebita semplificazione non dice in pienezza chi siamo: siamo capaci di cose alte, sublimi ma restiamo esseri fatti di terra, così che l’umiltà, ossia il legame con la terra, racconta al meglio la nostra origine. Ci disturbano i nostri limiti perché distruggono quale immagine un po’ falsata ed onnipotente che ci facciamo di noi stessi; infrangono i nostri “sogni ad occhi aperti”, quelle proiezioni un po’ infantili di noi stessi come esseri perfetti ed autonomi.

Invece le nostre fragilità ci rendono poveri, vulnerabili, e come tali bisognosi di aiuto, gente che dipende da altri. Talvolta penso davvero che ciò che in noi è fragile è il modo con cui la vita ci educa ad avere bisogno gli uni degli altri, a vederci compagni nella vita, come fratelli.

Quando ci rialziamo dopo una caduta non siamo più come prima. Siamo gente rinata che però non dimentica il fallimento e la crisi; questo ci rende persone più vere, perché più consapevoli delle ricchezze e delle fragilità che ci portiamo dentro

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