Poi passa… sì, poi il dolore passa, passa la sofferenza, quel senso di vuoto che provi dentro, quella mancanza di aria, quel peso allo stomaco.
Poi passa il nulla che sperimenti quando un legame si rompe, quando un’amicizia finisce, quando un sentimento si affievolisce e scompare. Passa il pensiero ossessivo, passa il senso di rimpianto, passa la nostalgia che ti assale la sera, passa il ricordo che si intrufola beffardo tra un minuto e quello successivo e ferisce le memoria.
Poi passa ma non scompare. Passa, ma il vuoto non si dissolve mai davvero, non sfuma né tramonta.
Ogni legame è unico ed insostituibile ed il vuoto che esso lascia non può essere rimpiazzato né soppiantato. Esso lascia una ferita, una traccia indelebile, un segno perenne, come una stabile testimonianza di ciò che è stato.
È singolare questa caratteristica della vita, che ci consente di andare avanti senza dimenticare, di procedere sulla nostra strada senza davvero rinnegare quello che siamo stati. La guarigione è quello strano meccanismo in cui tutto resta e tutto passa, tutto mantiene la sua presenza anche nelle distanza e nella lontananza. È come un braccio fratturato che guarisce: esso torna “come nuovo” ma in realtà restano timidi segni della sua frattura, modesti dolori al cambiare del tempo, piccole attenzioni che vivi nei suoi confronti anche quando è pienamente guarito.
Non so: è difficile spiegare come funziona la memoria della mente e del cuore. Ogni cosa è presa e lasciata, ogni cosa passa ma, allo stesso tempo, lascia un’orma, una spia, un attestato del suo passaggio, come il presagio di qualcosa che, allo stesso tempo, c’è e non c’è.









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