Il sorpasso silenzioso: sole e vento battono il carbone

Circondati come siamo da cattive notizie, ogni segnale positivo merita di essere accolto con attenzione. È il caso del dato diffuso da Ember, think tank globale specializzato in transizione energetica.

Secondo la società britannica, per la prima volta nella storia dell’umanità l’energia solare ed eolica hanno superato il carbone come principale fonte di elettricità nel mondo.

Un traguardo storico, raggiunto quasi in silenzio, che segna l’inizio concreto di una nuova era. Non si tratta più di un’ipotesi o di un obiettivo a lungo termine: la transizione energetica è in corso, e il cambiamento — finalmente — ha preso la direzione giusta. Sta a noi fare in modo che resti irreversibile.

I dati diffusi da Ember mostrano che, nella prima metà di quest’anno, la crescita delle rinnovabili ha coperto interamente l’aumento della domanda globale di elettricità. Il carbone e il gas, per la prima volta, arretrano. È un punto di svolta tanto tecnico quanto simbolico: la modernità industriale, nata dal fumo delle ciminiere, sta cedendo il passo a una civiltà che trova la propria forza nella luce del sole e nel vento.

Questa trasformazione non avviene ovunque alla stessa velocità. Il mondo si muove a più marce. Mentre l’Occidente discute di strategie e obiettivi, la Cina ha già installato più capacità solare ed eolica del resto del pianeta messo insieme. L’India segue la stessa traiettoria, con una crescita che supera l’aumento della domanda elettrica. Paradossalmente, sono proprio alcuni Paesi sviluppati – Stati Uniti ed Europa in testa – a mostrare ritardi, perché la domanda cresce più rapidamente dell’offerta di energia pulita, costringendo ancora una volta a ricorrere a carbone e gas.

A rendere possibile questo sorpasso è stata la caduta vertiginosa dei costi. In mezzo secolo, il prezzo dei moduli fotovoltaici è sceso del 99,9%. Oggi produrre elettricità dal sole costa mille volte meno che nel 1975. È una delle più impressionanti riduzioni di costo della storia economica moderna, paragonabile solo all’evoluzione dell’informatica o delle telecomunicazioni. Quando un’innovazione diventa così economica, il cambiamento non può essere fermato: diventa inevitabile.

L’energia solare, poi, non è solo una tecnologia: è una forma di democratizzazione dell’energia. I pannelli sui tetti delle case, sulle terrazze, nei campi agricoli — come nel modello “agri-PV” in espansione in India — non richiedono grandi centrali o infrastrutture complesse. La produzione energetica si distribuisce, si frammenta, si fa locale. La luce del sole, che cade ovunque, diventa accesso diretto all’autonomia. È una rivoluzione culturale prima ancora che industriale.

Naturalmente, restano enormi sfide: la stabilità delle reti elettriche, lo stoccaggio dell’energia, le materie prime necessarie per le batterie. Eppure, la direzione è chiara. Secondo gli esperti ci troviamo solo all’inizio di un’accelerazione straordinaria. In molti Paesi, soprattutto quelli con forte insolazione e infrastrutture ancora limitate — come gran parte dell’Africa, nella cosiddetta Global Sun Belt — la transizione potrebbe avvenire più rapidamente e a costi inferiori di quanto ogni previsione osasse immaginare.

Siamo abituati a pensare che il futuro energetico debba essere conquistato con sforzo e sacrificio. Ma forse, per la prima volta, il progresso non è una battaglia contro la natura, bensì un’alleanza con essa. Il sole non manda fatture, e il vento non chiede royalties. La vera sfida ora non è più tecnologica, ma politica: avere il coraggio di credere che la rivoluzione verde non sia una scelta morale, ma la più razionale e conveniente delle strategie economiche.

Quando, tra qualche decennio, guarderemo indietro, potremmo scoprire che la fine dell’era del carbone non è avvenuta con un boato, ma con un lampo di luce.

pubblicato su il Cittadino del 14 ottobre 2025

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