In certi momenti educare significa offrire un nuovo sguardo sulla realtà, mostrare nuove possibilità ed opportunità. È dire: “c’è un modo diverso di guardare alla tua vita; puoi contemplare la tua esistenza da una prospettiva diversa, adottando un punto di vista alternativo e magari più ricco”.
Quando cresciamo ci capita di finire in alcuni vicoli ciechi da cui facciamo fatica ad uscire; ci ritroviamo, nostro malgrado, in strade chiuse, senza sbocchi e senza apparente futuro. Sicché sperimentiamo un senso di soffocamento, di chiusura, di fastidiosa angustia, che ci stringe il cuore e la mente. A volte si tratta di un problema, altre volte di una scelta da compiere, altre volte ancora di una difficoltà, una sofferenza o una sfida.
Resta il fatto che fatichiamo a trovare da soli una alternativa, a vedere opzioni diverse oltre quel muro che ci sbarra la strada. È in questi momenti che è necessario avere accanto qualcuno che ci descriva quella stessa situazione ma da un prospettiva inedita a cui noi non avremmo mai pensato. Talvolta non è necessario dare una soluzione al problema, ma semplicemente mostrarlo all’altro sotto una luce diversa, affinché sia lui a individuare la sua via di uscita.
In questi casi educare significa “solo” far intravedere un angolatura nuova, mostrare nuove opzioni, convincere l’altro che il muro che vede di fronte non è un ostacolo insormontabile e che guardando alle cose da una prospettiva diversa qualcosa può succedere.
È solo quando l’altro intravede uno spiraglio di futuro che può riacquistare una fiducia in se stesso, maturare coraggio ed ardire, volontà ed iniziativa. È quando spezziamo il buio del tunnel mostrando la luce che penetra alla fine della galleria che il futuro e la crescita divengono delle opzioni praticabili.
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