un forte vento

Come un forte vento che scuote ogni cosa, così questi mesi di COVID hanno scosso le nostre esistenze, sfidando il precario equilibrio su cui ciascuno di noi ha costruito la propria vita. Ho l’impressione che si siano salvate solo le cose a cui ci siamo aggrappati con determinazione e forza.

Guardo alla mia vita e devo confessare che essa mi appare decisamente impoverita rispetto agli anni precedenti: molte legami si sono sciolti, altri si sono allentati, altri ancora sopravvivono deboli ed esposti allo scorrere del tempo, tenuti in vita dalla speranza di una rinascita al termine di questo tempo scuro. La fitta rete di contatti si è come “asciugata”, evaporata, lasciando sul fondo della mia esistenza solo i “pezzi” più solidi e resistenti.

L’albero dei miei legami è stato travolto dal turbine della pandemia e le sue foglie sono state agitate dal movimento dell’aria: solo quelle più resistenti e forti sono rimaste attaccate al ramo; le altre sono scivolate via, trascinate altrove. È questa l’immagine che mi resta impressa nella mente: un albero spoglio, con poche foglie verdi, ha sostituito un fogliame più fitto e rigoglioso, variopinto e colorato. Solo le amicizie più resistenti, solo gli affetti più solidi, solo i legami più tenaci sono sopravvissuti alla forza del vento; quelli che abbiamo coltivato con più impegno e determinazione, quasi aggrappandoci a loro con costanza ed accanimento.

Eppure questa è la tentazione che abbiamo di fronte: quella di confondere la ricchezza della fronda con la vitalità del ramo. Occorre coltivare le radici e continuare a dare linfa al tronco, affinché, non appena il sole tornerà a splendere, nuove foglie possano germinare dai rami provati dalle intemperie. Sento che questa è la sfida che sta davanti a me: quella di alimentare le radici affinché la pianta dei miei legami non rinsecchisca e la vita continui a scorrere sotto la scorza disseccata, pronta a donare presto nuovi frutti.

Questo è il compito che sento vitale: custodire il cuore, irrigare le radici, alimentare l’essenziale, perché la vita torni. Presto.


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