“Il vostro amico è il vostro desiderio saziato” scrive Gibran in quel straordinario testo che è “Il profeta”. C’è un’intuizione profonda in questa frase, che è capace di cogliere un aspetto centrale dell’amicizia ed uno snodo esistenzialmente ricco e fecondo.
L’amico è colui che sazia un desiderio, che sfama un appetito radicale di legami e di appartenenza: non è solo un bisogno di socialità, né la necessità di non restare solo, di avere compagnia o di non patire la solitudine. Nell’amicizia c’è molto di più! L’amicizia nasce da dentro, come uno dei desideri allo stesso tempo più elementari ma anche più sofisticati che sperimentiamo. Se è vero che l’amico risponde ad una necessità, quasi biologica, di complicità e di compagnia, è altrettanto vero che la sua presenza calma una sete più basilare e vitale, quella di essere riconosciuti, di essere accolti e di essere capiti. L’amicizia sgorga da un cuore intrepido ed in attesa, che ha fame di alterità, quasi come l’aria da respirare.
Succede che talvolta questo desiderio resti nascosto, relegato in un angolo o spesso disconosciuto. È la presenza dell’ amico che risveglia in noi questa consapevolezza e che ci mette in contatto con il senso della nostra solitudine e della nostra insufficienza. L’amico è colui che sazia il desiderio proprio nell’istante in cui lo accentua e lo rende percepibile.
Può sembrare un gioco di parole ma non è così: è solo nella misura in cui, alla presenza dell’amico, sentiamo sulla nostra pelle quella benedetta fame di legami, ebbene, è solo allora che l’amicizia giunge a noi come un balsamo per l’anima e una benedizione per la vita.
Forse la bellezza dell’amicizia è proprio questa: quella di essere allo stesso tempo fame e cibo, acqua e sete, desiderio e compimento, lotta e vittoria, aspirazione e realizzazione. L’amico è così: è colui che ci fa mettere in viaggio proprio nell’istante in cui ci fa sentire a casa.