Certi abbracci restano come traccia indelebile sulla pelle, come un ricordo impresso nella carne, come un tatuaggio fatto sul corpo.
Certi abbracci arrivano direttamente al cuore, oltrepassano la superficie e giungono a scaldare l’anima.
Certi abbracci sono come la liturgia dell’incontro, la celebrazione dell’affetto, un inno alla gioia di ritrovarsi e di non essersi mai persi.
Certi abbracci sanciscono il riconoscimento di un affetto, disvelano la profondità di un amicizia o di un amore, testimoniano la meraviglia della Vita, quando Essa mostra il suo volto accogliente e benevolo.
Certi abbracci strappano dalla solitudine, fugano i dubbi, cancellano le remore e regalano, per pochi istanti, l’estasi dell’intesa, della simpatia e, talvolta, della comunione. Intuisci la loro intensità quando percepisci sulla pelle il ricordo della loro presenza e la memoria del loro contatto. Anche dopo ore, giorni e settimane. La nostra carne possiede la capacità di trattenere la memoria di questi gesti, di conservare il ricordo di questi contatti e di rilasciare il loro effetto benefico un poco alla volta, come un potente farmaco a lento rilascio.
Certi abbracci durano il tempo di pochi secondi, ma sono capaci di bucare il tempo, di sfondare i limiti dello spazio e della durata. Certi abbracci sono come piccoli squarci al tessuto del reale, capaci di lasciar intravedere un Oltre di Pienezza.