Il dolore vero è quello che ti entra dentro, quello che ti penetra nelle viscere e ti toglie il fiato. Il dolore è quella cosa che, quando si fa presente nell’esistenza, sa levare il sonno, sa bruciare la pace interiore, sa scuotere l’animo come fa un uragano tropicale a fine estate.
Il dolore vero nasce sempre dalla percezione di una perdita, di una mancanza: può essere l’assenza di una persona, di un legame, di un affetto, di un riconoscimento, del lavoro o del successo in un progetto; si soffre perché una malattia ci toglie parte della nostra indipendenza e della nostra autonomia o perché ci priva di un futuro sereno davanti a noi. Il dolore giunge per un amore che ci lascia, quando l’equilibrio faticosamente raggiunto si spezza, quando quel traguardo così tanto agognato, stenta ad essere tagliato.
È proprio il vuoto che percepisci dentro che fa soffrire, quel senso di nulla che assale la tua anima. Da un momento all’altro quel desiderio e quella fame di pienezza si fa vuoto, assenza, deserto, separazione, mancanza. Il nulla…è proprio questo ciò che, alla radice, produce ogni dolore, ogni sofferenza ed ogni patimento.
Eppure penso che la cosa peggiore che si possa fare sia tentare di saturare quel vuoto immediatamente, forzandoci dentro qualcosa al solo scopo di eliminare il buco che si è creato.. no… non funziona così…
Pensavo alla mia siepe: qualche anno fa una pianta che componeva il suo ricco manto si è ammalata e ha ridotto notevolmente la chioma di foglie, solitamente abbondante, ma in quel tratto assai povera. Ebbene: la tentazione di “rimpiazzare” quell’albero malato è stata assai forte. Poi, un po’ per pigrizia ed un po’ per speranza, ho lasciato che il tempo facesse la sua parte. Sicché con il passare dei mesi, i rami vicini hanno come naturalmente occupato quello spazio vuoto, ridonando splendore e armonia a tutto il manto.
Forse funziona un po’ così: il dolore origina da un vuoto che si crea dentro di noi, che solo il tempo, la pazienza e la speranza, sanno gradualmente colmare.