Oggi ho compreso che la differenza che passa tra la speranza e la rassegnazione è davvero tenue, un labile confine che attraversa territori in cui puoi scivolare in una mesta disillusione assai facilmente, basta mettere un piede su una roccia scivolosa e ritrovarti così a precipitare in un convulso pessimismo. Questo confine interseca il modo in cui guardiamo alle situazioni e agli eventi.
Talvolta infatti la vita ti mette di fronte a situazioni che hanno perduto il loro vecchio splendore, lo smalto di un tempo, il fascino che avevano esercitato nel passato; esse appaiono ora come realtà povere, o forse meglio impoverite, dimesse, un po’ tristi e malinconiche. Dell’abbondanza di un tempo sono solo rimaste poche briciole, lontani ricordi, echi flebili e quasi inudibili. È così che lentamente e furtivamente inizi ad avvicinarti a quel confine in cui sei costretto a scegliere quale sguardo intendi adottare, quale atteggiamento e quale umore… Quel poco che è rimasto possono essere le ceneri di passati gloriosi o i semi di un futuro possibile. Quegli avanzi non dicono molto, non danno indizi o indicazioni… sta a te scegliere da quale parte del confine abitare, se nel paese della speranza o in quello del disincanto.
Un frutto caduto a terra dalla pianta dopo la fioritura e la maturazione è destinato a marcire, come atto terminale della sua percorso vitale, o è portatore di semi dai quali può nascere una nuova pianta? … è solo questione di prospettiva… È di fronte a quel frutto precipitato, ormai stagionato, a terra che fai la tua scelta, che prendi posizione, che eserciti la tua opzione: rimpiangere ciò che era o propiziare ciò che sarà. Rammaricarti per la perdita del frutto, per la dolcezza che offriva al palato quando era sodo e appetibile oppure investire su quei semi affinché, nei cicli della natura, tornino nuovamente a fiorire per regalare, alle nuove generazioni, rinnovati raccolti.
In fondo, forse, è tutto qui… decidere di ritirarsi o di investire, di capitolare o riprendere posizione, rimpiangere quello che fu o aprirsi a quello che sarà