buon viaggio!

Stavolta è toccato a Miriam prendere il volo, e non solo in senso letterale. Sveglia all’alba (molto all’alba!) e trasferimento a Linate: l’aspetta un soggiorno di due settimane a Londra.

Devo ammettere che, benché abbia vissuto la stessa scena diverse volte nei suoi panni, viverla da genitore la cosa fa un po’ effetto: sì, perché ti rendi conto che quel decollo non è solo dall’ aeroporto di Linate e che il viaggio che sta intraprendendo è un po’ più lungo delle classiche due settimane di vacanza studio. Temo (e mi auguro) che sarà un viaggio lungo tutta la vita.

In fondo, essere genitori non significa proprio questo? Essere semplicemente una pista di decollo per i propri figli? Creare le condizioni giuste perché il decollo avvenga nel modo più naturale e gioioso possibile. Verifichi il meteo, liberi la pista, fai rifornimento di carburante, ripassi le mappe, studi i venti… tutto per quel piccolo e fondamentale decollo, quel processo che porterà a tua figlia lontano da te, in cerca della sua rotta, per raggiungere la sua destinazione e facendo gli scali che riterrà necessario.

E tu resti lì, testa alta che scruta il cielo e un palpito di preoccupazione nel cuore, con la speranza che, presto o tardi, quell’aereo possa nuovamente riatterrare sulla pista della tua vita. Ma non ti illudi: sai già che sarà solo una sosta tecnica, giusto per rifornirsi e decidere nuove rotte.

D’altra parte è giusto così: un aereo non è fatto per stare al sicuro nell’hangar, al riparo di turbolenze e temporali, ma per solcare i cieli sconfinati. Buon Viaggio, Miriam!


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