Come sempre, anche se talvolta ci piace illuderci del contrario, la realtà è superiore all’idea e, a maggior ragione, è superiore alla fantasia.
Spero se ne rendano conto i cittadini britannici che si erano dimostrati così sensibili alle sirene di oltre Manica che promettevano una Brexit veloce, facile ed indolore. Ed invece, come era ovvio attendersi, la cosa non è per nulla facile né tanto meno leggera. Uscire dalla comunità europea è un prezzo che i britannici rischiano di pagare molto caro. Di fatto resteranno alla “periferia” di una comunità economica da cui non possono staccarsi completamente, rischiando di perdere quel tratto di innovazione e modernità che aveva sempre attratto uomini e capitali dall’intero continente.
Ora, per paura del mitico “idraulico polacco” su cui tanta propaganda ha speculato, il regno di sua maestà è costretto a subire degli accordi che lacerano il paese, che dividono lo stesso fronte della brexit, in una guerra che lascia tutti, britannici in primis, smarriti e disorientati. D’altra parte secondo voi, con un po’ di buon senso, ventisei contro uno come poteva finire? Il rischio che corre il Regno Unito è di finire isolato, dentro un mondo sempre più globalizzato, costretto a subire la concorrenza di colossi come India e Cina. Non ci vorrà molto per accorgersi di cosa significa lasciare la “casa comune” e come la suggestione di “ballare da soli” va bene per arroganti e avventurieri ma, in questo mondo, è una cosa che paga poco.
Suona un po’ come un dejavu di quel nuovo stile che ormai va per la maggiore di questi tempi: promesse mirabolanti ed effetti speciali, buoni solo come richiami per allodole; impegni altisonanti e impegnativi, che si sciolgono come neve al primo e timido sole di primavera. Sono promesse talmente irrealistiche e “marziane” che non serve granché per smontarle: basta avere la pazienza di attendere che la realtà chieda il conto e questi “sogni di una notte di mezza estate” svaniscono in quattro e quattr’otto.
E lo sappiamo tutti: la realtà è un creditore esigente e severo. Talvolta ti lascia crede che l’hai fatta franca, ma primo o poi ti bracca e chiede indietro il suo, interessi compresi.
Chissà quando finirà questa ubriacatura collettiva che ci porta a rimuovere la realtà, a credere alle favole, a cercare risposte facili per problemi complessi ed annosi. Quando torneremo a riconoscere, tanto in Inghilterra quanto in Italia, che sfuggire dalla realtà può dare la sensazione di una evasione esaltante ma che, alla fine, il dazio da pagare può essere assai salato?