Tempo di maturità, tempo di esami, tempo di consigli e “trucchi del mestiere”. I giornali e i siti internet sono ricchi di suggerimenti, indicazioni ed imbeccate per fare “bella figura”, per presentarsi nel modo più efficace possibile: il vestito, la voce, lo sguardo, la gestualità… tutto per fare colpo e per ottenere il massimo da questo importante colloquio. Mah, non so… mi lasciano sempre molto perplesse queste cose: credo che non ci sia nulla di più sgradevole di ciò che non è autentico e di quello che è forzatamente artefatto.
Inculchiamo già nei nostri figli questa pressione “alla performance”, alla resa, al raggiungimento del risultato; insegniamo loro che nella società dell’apparenza è fondamentale come ci si mostra, l’impressione che diamo all’interlocutore, l’immagine che offriamo di noi stessi. La cultura del marketing e della vendita pervade un po’ ogni cosa, anche i nostri rapporti e le nostre vite. L’importante è avere successo, raggiungere il pubblico, fare colpo, aumentare il gradimento, avere molti “like”. D’altra parte non è l’audience l’unico criterio oggettivo oggi universalmente riconosciuto? Non sono il numero di “follower” quello che rendono “cool” una persona, ossia la sua popolarità, la sua fama e la sua notorietà? Lo so, non possiamo troppo sfuggire… questo è l’acquario in cui siamo costretti a nuotare, non ne abbiamo un altro a disposizione.
Però, nei limiti del possibile, cerchiamo di riscoprire e di insegnare ai nostri figli la bellezza di essere se stessi, come persone uniche, autentiche, vere. E allora, rischiando di essere un uomo di altri tempi, permettermi un consiglio spassionato a coloro che stanno per affrontare una prova tanto bella quanto impegnativa: siate voi stessi! Con i vostri tic, le vostre insicurezze, i vostri balbettii e le vostre smorfie. Presentatevi a braccia alzate, in segno di resa e dite: questo sono io, unicamente io, straordinariamente io. E ciò che mi rende unico sono anche tutte queste mille imperfezioni che mi porto dentro, i miei limiti, le mie timidezze, i miei vezzi e le mie pecche; sono quelle cose che non riesco a dire, quella lucidità che non riesco ad avere, quelle situazioni che mi creano un’ansia insopportabile.
Giù la maschera, giovani uomini! Magari si prende qualche “like” in meno, ma che soddisfazione e che orgoglio quando affronti la Vita con autenticità e originalità!