Kira è giunta a casa nostra circa due anni fa direttamente dal canile di Crema. Erano anni che i miei figli mi chiedevano un animale, ma ero un po’ restio, nella paura che potesse diventare un impegno troppo gravoso. Avendo già avuto un animale in casa sapevo quanto tempo ed attenzione richiede. Poi si sa come vanno le cose: l’uomo propone e Dio dispone. Così un sabato pomeriggio di aprile ci ritroviamo tutti e quattro nel cortile del canile di crema, in cerca del nostro amico a quattro zampe.
Inizia così la ricerca del nostro animale. Non so se vi è mai successo, ma la cosa non è per nulla facile: sei circondato da una folla di piccoli amici che ti abbaiano, ti saltano addosso, ti leccano, il tutto nella speranza che tu li possa portare via di lì. Ovviamente la volontaria del centro ti aiuta: quello no perché morde, quello è troppo vecchio, quello scappa, quello è troppo cucciolo per voi… finché inaspettatamente, tra le nostre gambe, sbuca una cagnolina dal manto tigrato, di mezza taglia, timida e un poco paurosa, che si avvicina a noi in cerca di qualche carezza. Si capisce che ha un’indole mansueta e pacifica, è molto socievole e tranquilla. La volontaria ci dice che il colore del suo pelo ha scoraggiato alcuni possibili precedenti proprietari. Per noi è amore a prima vista. Sicché, dopo pochi giorni, Kira (questo il nome che gli avremmo dato) inizia a scodinzolare nel giardino di casa nostra.
Kira è da subito diventata una di casa: obbediente e disciplinata, si è prontamente guadagnata la nostra fiducia ed il nostro affetto; anzi, a ben vedere, anche un po’ anche più di quello che sarebbe giusto dedicare ad un animale di casa. Ma si sa: al cuore non si comanda e lui non fa troppa differenza sui destinatari del suo affetto, siano essi uomini o bestie. Da due anni a questa parte Kira è diventata un membro della nostra “famiglia allargata”, partecipa, a suo modo alle feste, si nasconde quando il tono della voce si alza, ci accoglie, festante, quando torniamo a casa e ci osserva con sguardo languido quando partiamo. Kira non è un cane di razza, non ha un “valore economico”, non ha un pedigree né altri “titoli”: è un cane come tanti, forse neanche tanto bello. Ma è il nostro cane, quello che accarezziamo, quello che spazzoliamo e laviamo, quello che portiamo a spasso o dal veterinario, quello di cui ricopriamo le buche in giardino, quello a cui diamo da mangiare tutte le sere alle sette in punto, quello che dobbiamo portare dai nonni quando si va in vacanza, quello che piange per i temporali e si spaventa per i fuochi di artificio.
Scriveva Antoine de Saint-Exupéry in quel meraviglioso libro che è Il Piccolo Principe: “Il tempo che hai perso per la tua rosa è ciò che fa la tua rosa tanto importante”. È quello che dice la volpe al Piccolo Principe, riferendosi al fiore di cui si è innamorato …già…”il tempo che tu hai perduto“… Nella sua geniale semplicità e profondità il Piccolo Principe ci svela una cosa essenziale: le cose diventano preziose perché con loro abbiamo “perso tempo”, energie, affetto, preoccupazioni.
Qualcuno cerca un cane di razza per avere “qualcosa di valore” (e sicuramente lo ha), ma forse la preziosità del suo animale non deriva né da un certificato sulla sua purezza né dal prezzo sborsato per il suo acquisto. È il tempo, le attenzioni, la cura, la compagnia che diamo e riceviamo dal nostro amico animale a renderlo così unico ed insostituibile.
In fondo è così per tutte le cose della nostra vita, non solo per il nostro cane: le cose non hanno un valore intrinseco ma esso nasce dal “peso” che noi gli riconosciamo e gli assegniamo. Vale, in modo assolutamente straordinario, con le nostre relazioni ed i nostri legami. Quanti volti nella nostra vita diventano speciali proprio in virtù del tempo che abbiamo trascorso, dei dialoghi che abbiamo fatto, dei momenti che abbiamo condiviso? Quante persone apparentemente anonime e “comuni” hanno un posto speciale nelle nostra vita proprio a motivo dei minuti trascorsi insieme?
Il nostro tempo ha una capacità “elettiva”, il dono di rendere straordinarie le cose feriali, di trasformare volti comuni in gente di casa. Un semplice cane meticcio può diventare un nostro “amico a quattro zampe” se con lui spendiamo tempo; un libro tra molti diventa prezioso proprio perché abbiamo passato ore in sua compagnia; una persona tra la folla diventa amica intima proprio perché i momenti condivisi la rendono speciale.
Il nostro tempo è una moneta “pesante”, che non si svaluta con il tempo, anzi, invecchiando, acquista ancora più valore. È un bene che non è a nostra disposizione, di cui non possediamo riserve o scorte. E così finisce per impreziosire qualunque cosa, persona o circostanza sulla quale ne riversiamo una buona misura.