ironia della sorte

Una classe dirigente degna di questo nome dovrebbe avere il coraggio di dire anche le cose antipatiche ed impopolari, così come un bravo insegnante non può permettersi il lusso di dire solo le cose che compiacciono gli studenti, ma anche quelle che, benché un po’ amare da digerire, aiutano a crescere.

Pensavo a questo quando, leggendo il giornale, apprendevo che, in base alla accurata e precisa relazione del presidente dell’INPS, senza il contributo degli immigrati il nostro sistema di welfare non starebbe in piedi. Traduco: senza il lavoro ed i contributi previdenziali dei vari Muhammad, Abdul, Abbas, Aisha, Fatima, Ibraim e Raja le nostre pensioni non avrebbero la sufficiente copertura. Fa un po’ impressione questo dato, se lo paragoni al clima di “invasione di infedeli” che vediamo ogni giorno rappresentato in televisione. In fondo in fondo, senza quella manodopera che tanto deploriamo non potremmo permetterci il nostro attuale tenore di vita: curioso, no?

Lo so bene che dire queste cose oggi non è popolare, né porta voti o consensi, ma se non vogliamo fare gli struzzi questa è nuda verità (se sia triste o felice, lo lascio decidete voi…). Con il tasso di natalità che ci ritroviamo non possiamo contare solo su “noi autoctoni” per il pagamento delle pensioni, ma dobbiamo ricorrere, ironia della sorte, a quegli immigrati che vorremmo mandare a casa loro.

Allora una classe politica che si rispetti dovrebbe spiegare queste cose ai suoi cittadini, che talvolta si comportano un po’ come bambini un po’ viziati e capricciosi: senza figli e senza voler rinunciare a una virgola (giustamente!) delle tutele di cui godiamo non abbiamo molte altre soluzioni…

Intendiamoci: con questo non voglio alludere alla supposta inutilità della regolazione dei flussi migratori. Definire delle regole è necessario, sia per chi accoglie, sia per chi è accolto, pena il rischio di aumentare i conflitti sociali. Dico solo che lo slogan “tutti a casa!” va bene per prendere applausi in un comizio elettorale, ma funziona poco pensando alla nostra pensione a fine mese.


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