fantasmi

I nemici più insidiosi che mi trovo a combattere sono quelli interni. Sono loro che turbano i miei sogni, che colorano di grigio le mie giornate e che mi generano preoccupazioni ed affanni. Sono questi fantasmi interni le mie spine nel fianco, quella pietra di inciampo posta lungo la strada che rende il cammino accidentato ed insicuro.

La forza e la pericolosità di questi fantasmi consistono nel fatto che non sono quasi mai qualcosa di reale e di concreto: essi prendono vita nella nostra percezione delle cose, nascono nelle fantasie, nelle interpretazioni, nelle immagini artefatte che ci facciamo del mondo. Generalmente il “pericolo” non sta nelle cose ma nella nostra visione di esse, nel modo in cui le osserviamo, nei punti di vista che adottiamo per valutarle. Insomma, il problema non sta fuori ma dentro di noi. Questi fantasmi si “materializzano” in quelle voci interne che, con insistente aggressività, ti sussurrano, flebilmente, che le cose non vanno bene, che tu non vai bene, che la strada intrapresa non è quella giusta, che le cose potevano andare diversamente, che avresti potuto fare di più e meglio.

Questa loro natura “interna” ed intima tuttavia non li rende meno efficaci e dolorosamente fastidiosi. Anzi, proprio questa loro eterea presenza ne fa qualcosa di difficilmente aggredibile e di subdolamente pericoloso. Di fronte ad un problema reale puoi tentare di farvi fronte, intervenendo sulla situazione. Con loro è più complicato: riconosci attorno a te quel qualcosa che ha suscitato il tuo fantasma, ma il vero campo di battaglia è la tua anima. È lì che la battaglia deve avere luogo, è lì che devi impegnarti in un corpo a corpo sfiancante e dall’esito incerto.

La battaglie più faticose sono quelle che non si vedono, sono quelle che restano sotto traccia, quelle segrete ed intime. Sono questi i combattimenti importanti e che ci segnano; sono loro che determinano chi siamo e quali uomini saremo.


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