Dedicato a Matteo
Le persone cambiano, crescono, maturano. O forse sarebbe meglio dire che la Vita ci cambia, ci foggia con la sua mano a volte greve, altre volte dolce e tenera. Sono le esperienza che ci fa fare, le persone che mette sulla nostra strada, i sentimenti che ci suscita nell’anima, anche le fatiche e le sofferenze che segnano il cammino. Tutto questo appartiene a quella dinamica di “plasmazione” che le esperti mani della Vita non cassano di esercitare sulla nostra persona, sulla nostra interiorità, sul mondo in cui percepiamo il mondo e noi stessi.
È proprio così che le nostre spigolosità si attenuano, le rigidezza si sciolgono, le difese cadono, il volto si rasserena e gli occhi diventano capaci di guardare al futuro con una ritrovata speranza.
Questo processo di modellamento è particolarmente vistoso nei giovani, in coloro che si dispongono ad affrontare la vita nella ricerca della loro strada. È in questi “esseri umani in promessa” che la mano della Vita rivela tutta la sua straordinaria abilità. Pare quasi che le loro esistenze giovani e tenere si prestino ad essere impastate con particolare cura ed efficacia: è come se l’impasto delle loro esperienze, non ancora indurito né raffermo, si lasci trattare, impastare e cuocere con speciale predisposizione.
Certo non è un fatto né automatico né scontato: incontri giovani refrattari ad ogni tentativo di cambiamento, ancorati alle proprie certezza, asserragliati dentro le mura della proprie comodità e radicalmente indisponibili ad ogni viaggio.
Eppure tra i mille che riposano in uno stato di torpore anestetizzante, trovi qualcuno che veglia, che accetta la sfida che la Vita gli rivolge, che è disponibile a lasciarsi toccare, plasmare, talvolta anche trafiggere. Sono persone che nutrono una fiducia incondizionata nella Vita e sanno che, se la si lascia lavorare, Essa saprà fare di loro un piccolo capolavoro.