chi attende

Che cosa attendiamo? Siamo ancora gente capace di aspettare, di stare in attesa per qualcosa o per qualcuno? O siamo gente talmente appagata e pigra che ormai non spera più niente, non vive alcuna aspettativa per il domani, ma si compiace, vecchia e stanca, delle piccole consolazioni che l’oggi ci riserva?

Attendere è vivere un movimento di estroflessione verso il domani; è possedere la consapevolezza della necessità di un compimento, di una pienezza di vita che oggi ancora non possediamo ma che il futuro ci potrà donare. Attendere è sperimentare questo sbilanciamento esistenziale verso ciò che “non-è-ancora”, verso l’imprevedibile che può accedere, verso il miracolo che si può compiere.

Attende solo chi vive la percezione di un’assenza, di un vuoto, di un bisogno inappagato nella propria vita; attende chi riconosce un senso di incompletezza, chi aspira a cosa più grandi, chi non si accontenta, chi è ancora capace di sognare qualcosa che non esiste. Attende chi sente il richiamo di una promessa, di un dono da ricevere, di un legame da rinsaldare, di un progetto da custodire, di un viaggio da compiere e di nuove terre da visitare.

Attende chi sente che il presente gli sta stretto, perché una malattia, un dolore, una lontananza, una caduta o un fallimento creano gabbie al desiderio, inibiscono il sogno, sopiscono l’ardore.

Attende chi sa che il futuro può portare cosa buone ed insperate; chi vive la fiducia che c’è una speranza riposta tra le pieghe dei giorni, che c’è un tesoro di pienezza nascosto non si sa dove, ma accessibile e prezioso.

Attende chi sta in guardia, chi è vigile, chi non si assopisce, chi scruta l’orizzonte della storia per intravedere quella piccola e innocua novità che si sta palesando.

Attende chi contempla con gratitudine l’oggi e vi riconosce dei semi di bene disseminati nella propria vita; e aspetta, con tremore, che queste germinazioni fioriscano, che mostrino la prima efflorescenza.

Attende chi è cocciuto e sa che questo seme fiorirà, non sa né quando né come, ma vive questa tenace speranza come l’unica certezza affidabile della propria vita.

Buona attesa, buon Avvento.


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