Ci sono eventi piccoli, minuscoli, quasi impercettibili, che però possiedono un potente valore simbolico, una carica di significato che eccede la loro apparente insignificanza. Essi hanno la capacità di segnare una soglia, un punto di passaggio, un traguardo di crescita ed una frontiera da oltrepassare nel cammino di ciascuno.
Questi eventi non scintillano nel cielo come una luce luminosa, non accecano né richiamano attenzione ed ammirazione; sono piuttosto cose che scivolano inosservate, che si celano dietro le cose ordinarie o altre ben più importanti. Eppure sono momenti che lasciano il segno, che determinano la percezione di un “prima” e di un “poi”, come piccole conquiste che, una volta guadagnate, non lasceranno più le cose come prima.
Uno di questi “piccoli eventi” è stato per me vedere Miriam attraversare da sola la barriera di controllo dall’aeroporto, con il suo valigione stracarico di cose, pronta per iniziare la sua vacanza studio all’estero tutta sola. Questo evento è coinciso con quello sguardo luminoso e sereno che ho intravisto sul suo viso mentre procedeva baldanzosa insieme al suo amico, quasi incurante dei nostri sguardi che la seguivano, preoccupati ed ammirati, mentre scompariva dietro la coda del controllo bagagli. Quell’evento è stato accompagnato dal suo spirito allegro e leggero, dalla sua eccitazione per quello che la attendeva, da quella leggera ansia che ho imparato a riconoscere nei suoi gesti e che tradiscono sempre la gioia e l’attesa per quanto di bello e sconosciuto si paleserà sul suo cammino.
Osservi tua figlia in fila davanti al metal detector e si rendi conto, tutto d’un tratto, che “qualcosa” è accaduto, che un’altra soglia è stata superata e che un nuovo tratto di viaggio sta per iniziare.
Inutile chiedersi se ne eri pronto, se lo avevi preparato ed anticipato almeno nei tuoi pensieri… tutto questo ora serve a poco… Capisci solo che, forse a tua insaputa, hai appena oltrepassato un tornante della sua e della tua vita, e che occorre velocemente individuare nuovi punti di riferimento per procedere. È come trovarsi, tutto d’un tratto, catapultato ad una diversa latitudine: le stelle sulla volta celeste, che eri abituato ad osservare per il viaggio, non ci sono più e devi, in fretta e furia, individuarne delle nuove, altrettanto attendibili e sicure.
Fare il padre è anche un po’ questo: orientarsi ogni giorno osservando una volta celeste sempre diversa, sempre in trasformazione, sapendo che quella stella polare che hai da tempo fissato, prima o poi, cesserà di orientarti.