È vero che certe cose appaiono nella loro evidenza quando meno te lo aspetti: magari ci pensi per giorni e poi, improvvisamente, senza alcun preavviso, ti si palesano sotto gli occhi in tutta la loro evidenza, sicché non puoi fare altro che imparare dall’accaduto e fare tesoro di quello che hai visto.
Come mi è successo oggi: la spiaggia, nonostante il periodo, era mezza vuota e anche ombrelloni e sdraio si presentavano ancora chiusi in attesa di bagnati. Quando accade che un giovane ragazzo, non più che trentenne, arriva carico di mercanzia, con uno zainone sulle spalle e una grossa borsa in mano. Lo seguono due nannerattoli, uno biondo e l’altro bruno, di 7/8 anni ciascuno, con il loro zainetto, carichi di tutto punto e uno sguardo vispo e curioso. Dalle poche parole che i tre si scambiano, realizzo che la famigliola non è italiana, probabilmente tedesca. Confesso che i tre catturano subito la mia attenzione, giacché non è usuale vedere un ragazzo così giovane girare in spiaggia con due marmocchi a seguito. Ma è quello che accade dopo che mi lascia meravigliato: i tre appoggiano tutto il carico su due lettini che prendono a noleggio ed iniziano a prepararsi per la giornata. Sapete come sono i bambini tedeschi: generalmente piuttosto indipendenti ed autonomi. Fanno da sé, senza che i genitori si perdano in troppi fronzoli. Eppure il giovane ragazzo mostra una particolare cura verso i due figlioletti: mette loro il costume, i sandaletti da spiaggia e fa loro indossare dei buffi braccioli per il mare. Finiti i preparativi i tre si avventurano sulle rocce per lanciarsi dagli scogli. Già questo sarebbe sufficiente per creare un po’ di meraviglia: quanti ragazzi di quell’età hanno maturità e dedizione per prendersi cura di due bambini, assecondando i loro bisogni e desideri?
Ma non finisce lì la storia: dopo pochi minuti, quando i tre già si stavano lanciando dalle rocce (creando qualche apprensione a noi genitori italici che siamo poco avvezzi a queste destrezze…) arriva una ragazza, altrettanto giovane, con due bimbi appresso, una bimbetta che sgambetta vicino a lei ed un maschietto di pochi mesi che dorme in braccio. La giovane, anch’essa straniera, va a sistemarsi sotto il medesimo ombrellone… e così i figli diventano quattro…
Fa una certa impressione contemplare quella vigorosa vitalità giovanile destinata a premurose cure genitoriali. Il giovane straniero, vivace ed iperattivo come un qualunque coetaneo, dispensava tutte le sue energie facendo cose insieme ai suoi figli: dopo il lancio dagli scogli, si passa al gioco in spiaggia, alla nuotata al largo con la figlioletta, alla distribuzione dello spuntino di metà mattina, senza farsi mancare una coccola al figlioletto più piccolo e a quello che fa i capricci. Quello che stupisce è la naturalezza con cui il giovane si prende cura dei bambini: cogli gesti sciolti e disinvolti, non segnati da alcuno sforzo o apparente sacrificio. Quando prende la bottiglia dell’acqua, la passa poi a ciascuno membro della famiglia, preoccupandosi che tutti abbiamo un po’ da bere. Lo stesso vale per la confezione dei cracker che il giovane papà distribuisce a destra e manca con generosità ed un sorriso.
Confesso che quando ripenso a tanti giovani della sua età che ancora “si ammirano l’ombelico”, mi meraviglio della cura naturale e gioiosa che quel ragazzo trentenne sperimenta per i suoi quattro figli. Non c’è alcuna lamentazione, nessun mormorio, anzi, si percepisce una allegra serenità anche in quelle attenzioni che certo hanno richiesto non poco impegno al giovane.
E mi sono detto: ecco, forse la cura, l’attenzione e la dedizione, oggi ha il volto di questo giovane ed solare padre tedesco. Al centro della sua vita non c’è lui, le sue esigenze ed necessità, ma quei quattro marmocchi che ha messo al mondo e che ora accudisce con inusuale solerzia. Ne sono certo: se la cura è ciò che contraddistingue noi genitori, quel papà, giovane ed inesperto, mi ha dato una preziosa lezione.