incontentabile

A gente fragile e povera come me, succede che talvolta la vita chieda troppo. O forse sono io a chiedere troppo a me stesso. È il livello di richieste, di attese e prestazioni che a volte supera decisamente ciò a cui possiamo effettivamente far fronte.

E così ti trovi in un affanno angoscioso ed abitato da un fastidioso senso di impotenza, come se quello che sei tenuto a fare eccedesse drammaticamente le tue forze, le tue capacità ed il tuo tempo. Non ce la fai, punto.

Hai di fronte un muro troppo alto da scalare ed impossibile da aggirare. Tutto questo ti pietrifica, ti genera un affetto “paralisi” che ti impedisce di fare qualunque cosa. È difficile capire se è la vita che ti sta chiedendo troppo o se sei tu che stai pretendendo troppo dalle tue limitate forze. È difficile davvero da dirsi. Il punto è che sperimenti un senso doloroso di inadeguatezza, di incompetenza e di inaffidabilità. Ti senti come su una barchetta in balia di alte onde che scuotono violentemente la tua imbarcazione e ti spingono in direzioni che non controlli e non capisci.

È soffocante questa sensazione. Come un giocoliere a cui sono state affidate troppe palle da lanciare in aria, contempli sconsolato quelle piccole sfere ancora a terra,  chiedendoti sei mai riusciranno a prendere il volo.

Ci sono giorni in cui la vita è troppo esigente, troppo di “demanding”, incontenibile nelle sue richieste ed incontentabile verso i tuoi risultati.


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