Ciò che diciamo, talvolta, è davvero solo la punta dell’iceberg di un mondo assai più ampio e profondo. Nell’espressione verbale manifestiamo solo una piccolissima parte di quello che custodiamo dentro l’animo, come se fosse solo l’assaggio di un piatto ben più abbondante e gustoso.
È come se ogni nostra parola possedesse un peso specifico assai elevato ed inatteso: quella piccola e leggera parola, pronunciata così garbatamente dalle labbra, in realtà si rivela assai più densa e sostanziosa, umile epifania di qualcosa di molto più profondo e complicato.
Ogni parola tradisce un mondo, apre uno spiraglio su un universo vasto, profondo quanto la nostra anima e sterminato come i nostri desideri.
È così che comunichiamo ed entriamo in relazione con i nostri simili: diamo loro in pasto un piccolo boccone del nostro cibo, come antipasto di quello che potrebbero gustare qualora concedessimo loro di sedersi alla mensa della nostra anima.
Un amico vero è colui che, come un esperto commensale, sa intuire la bontà del pranzo solo assaggiando quel piccolo morso iniziale. Un amico vero è colui che, con un solo colpo d’occhio, intuisce la vastità del ghiaccio che è nascosto sotto quella piccola punta che affiora dall’acqua.