sono giunto ad un punto…

Sono arrivato ad un punto della mia vita in cui sento di non avere più tempo né pazienza per stare dietro alle persone inutili, a quelle che ti fanno solo perdere tempo, a quelle che ti caricano di falsi problemi, quelle con cui giri a vuoto, con cui non fai presa sul terreno, che non ti portano da alcuna parte. Non ho più voglia di compiacere le attese e le aspettative che gli altri hanno nei miei confronti. A che pro?

Non so: forse è la percezione che ho più anni vissuti di quelli che mi attendono da vivere, sarà che con l’età diminuisce la pazienza verso le persone tediose e futili; sarà pure che la maturità ti concede il dono di capire a pelle chi sono i compagni di viaggio meritevoli di amicizia.. fatto sta che mi scopro giorno dopo giorno assai insofferente verso coloro che non hanno nulla da dire alla mia esistenza. Sono quelle persone la cui presenza o assenza lascia tutto come prima, che non fanno alcuna differenza, che non spostano la bilancia delle cose, che non mi fanno propendere per alcuna decisione.

Sono arrivato ad un punto in cui si diventa naturalmente selettivi con le persone, in cui la soglia tra amicizia e conoscenza risulta ben marcata e profonda: ai primi sei disposto a dare tutto: ai secondi solo quello che è strettamente necessario per una pacifica convivenza.

Forse tutto questo nasce dalla consapevolezza che l’amicizia è qualcosa di serio e profondo, di vitale e di radicalmente necessario; comprendi che l’amico è come l’aria che respiri, il terreno su cui metti il piede, il sole che illumina e scalda. Ecco perché fatichi ad accontentarti di banali surrogati, di futili rimpiazzi, di grigie controfigure. Perché accontentarsi della mediocrità quando puoi sperimentare la gioia della pienezza.

Sono arrivato a questo punto in cui si impara a star bene anche da soli, se non si trovano le persone giuste con cui condividere i giorni; in cui la solitudine non è isolamento ma radicamento nell’essenziale, accesso alla sorgente delle cose, capacità di vivere liberi e riconciliati.

È il tempo in cui guardi la vita con sano disincanto e con appassionato coinvolgimento, con cinica disillusione e con partecipata empatia: la differenza la fa chi ti trovi davanti, chi incroci lungo la via, chi si siede alla tua mensa.


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