Alcuni di noi si portano dentro paurosi demoni con cui sono chiamati a fare i conti ogni tanto. Restano sopiti in qualche angolo oscuro dell’animo finché un giorno, in modo improvviso e repentino, riprendono forza e vigore, rialzano la testa ed iniziano una lenta ma tenace opera di colonizzazione. Sono abili sequestratori dei tuoi giorni e del tempo che la vita ti regala: come astuti banditi si appropriano delle ore che scorrono, dei progetti che avevi in mente; essi limitano il tuo spazio vitale e riducono il vasto orizzonte dei tuoi sogni ad una stanza angusta e buia, calda e maleodorante.
È una convivenza faticosa ed esigente: ti illudi di aver trovato un punto di equilibrio, una intesa ragionevole, un compromesso da uomini di parola, ma ti accorgi presto che ogni tentativo per silenziare la loro presenza è solo tempo perso, un gesto nobile ma ahimè inutile e passeggero, incapace di proteggerti da futuri rischi e minacce.
È l’imprevedibilità la vera arma vincente di questi strani esseri che, come morosi inquilini, occupano abusivamente la tua anima: senza alcuna buona ragione né sufficiente preavviso si svegliano dal loro insano letargo, senza lasciarti alcuna ragionevole via di fuga né scappatoia. L’aggressione è veloce e precisa, efficace e fulminea, sicché resti come spaesato ed impreparato al loro inatteso attacco. Perdi l’equilibrio, smarrisci il senso del tempo, sfumano anche quegli elementari punti di riferimento che definiscono la tua presenza al mondo.
Alcuni di noi combattono lotte che restano sconosciute ai più, silenziose battaglie che lasciano dolorose cicatrici nel corpo e nell’anima. Ci sono combattimenti che sfuggono ad uno sguardo superficiale e sommario, conflitti tanto intimi e privati per cui nemmeno esistono parole per dire…Ci sono guerre atroci e spietate che si celebrano sotto pudici veli di normalità, guerre cruente, dall’esito sempre incerto, che, come mine ben sepolte, ti obbligano a procedere con cautela, talvolta con paura, sempre con un radicale senso di precarietà.