Ho diversi amici, non saprei dire se sono tanti o pochi. Ne ho quanti sento di poter amare, un numero congruo alla mia capacità di cura e di attenzione.
Il bello di questa ampia gamma di amici è che essi sono molto diversi tra loro: ci sono alcuni che sento quasi tutti i giorni ed altri che non sento per mesi; ci sono alcuni che sono colleghi di lavoro, altri che condividono le mie passioni; alcuni sono giovani, altri molto più vecchi di me; con taluni condivido pensieri anche molto intimi, con altri, invece, la birra ogni tanto; alcuni amici lo sono da sempre, compagni di infanzia e di adolescenza, altri sono persone che la vita ha messo solo recentemente sul mio cammino.
Alcuni amici sono “buoni” per un pranzo o una cena, altri, non so dire perché, per una passeggiata, altri ancora prediligono la conversazione “cieca” che può avvenire per telefono; da alcuni prevalentemente ricevo, ad altri, il più delle volte, dono, anche se poi mi accorgo che, alla fine della giornata, il bilancio è tutto sommato in pareggio; alcuni amici mi cercano, altri sono io a cercare loro; con alcuni amici scorrono fiumi di parole, con altri giusto qualche sguardo di intesa; con alcuni di loro l’amicizia è viva solo quando si fa qualcosa insieme, mentre per altri la semplice presenza è più che sufficiente.
Di alcuni amici apprezzo il tratto tipicamente femminile, fatto di cura, di attenzioni, di garbo e di assonanza affettiva; di altri amo la durezza maschile, quel tratto asciutto e ruvido che è tipico di noi maschi; con alcuni amici ho imparato a scambiare principalmente informazioni – perché quello è il registro comunicativo che funziona – mentre con altri le parole possiedono una colorazione affettiva più vasta ed intrigante.
Ho diversi amici e devo confessare che in fondo sono una “diversa” persona con ciascuno di loro giacché essi arrivano alla mia sensibilità in un modo straordinariamente unico. Per alcuni sono un compagno di viaggio, per altri un confidente, per altri ancora un testimone, un maestro, un compagno di avventure, un consulente, un consigliere, un collega d’ufficio, un responsabile o un sottoposto, uno che ispira o qualcuno che apprende. Sono tante le “casacche” che posso indossare con coloro a cui offro la mia amicizia.
La cosa davvero straordinaria è che ciascuno di loro mi aiuta ad essere me stesso, mi restituisce una parte di me che, senza di lui, resterebbe inesplorata. Ogni amico è come uno specchio che riflette una parte di me stesso sconosciuta persino ai miei occhi. Ecco, penso questo: ogni amico è come una faccia di un variegato poliedro che rifrange la luce della vita, generando un’infinità gamma di tonalità.