dedicato ad A. e C.
Noi gente fragile siamo persone, come direbbe il Manzoni, costretti a viaggiare come un vaso di terracotta in compagnia di molti vasi di ferro. Siamo gente delicata, sensibile, vulnerabile, continuamente esposta alle variazioni di clima, ai sobbalzi del viaggio o ai colpi che riceviamo lungo il cammino. Siamo gente particolare, spesso solare ed allegra, ma assai vulnerabile alle cose che accadono fuori e soprattutto dentro di noi.
Capita spesso che le persone che incontriamo lungo la via non riconoscano questa nostra esilità e confondano l’entusiasmo che mettiamo nelle cose con una presunta solidità interiore: non è così. Talvolta non sono manco consapevoli del male che ci possono fare o degli effetti dolorosi delle loro parole, dei loro gesti, di quei piccoli cenni del viso che sfuggono ai più, ma che le nostre antenne captano benissimo.
Sì perché a volte non serve un brusco diverbio, uno scambio violento di opinioni o un duro confronto a ferirci. Basta assai meno a farci sentire fuori posto: una parola sopra le righe, un movimento improvviso, uno gesto brusco, un sorriso malizioso, un pensiero irriverente.
Chi, come noi, condivide questa fragilità esistenziale, sa bene che nulla scorre in maniera innocua, nulla ci scivola addosso; tutto si attacca alla pelle, tutto lascia segni, tracce del passaggio, conseguenze e effetti. Tutto ciò che accade fuori, talvolta in modo impercettibile, rimbomba dentro in uno modo che, ad occhi ingenui, pare eccessivo. È come avere la pelle ipersensibile al sole o gli occhi reattivi alla luce: basta un raggio di sole per creare ustioni e lacerazioni o per causare lacrimazioni copiose.
Chi vive questa condizione conosce bene la fatica che si sperimenta giorno dopo giorno: il nostro sogno è quello di attraversare le situazioni con passo allegro e spensierato, con quella leggerezza che invidiamo costantemente a chi vive con noi. Ed invece no: siamo costretti ad una “ruminatio” continua giacché ogni boccone di vita che ingoiamo deve essere masticato e poi rimasticato e poi rimasticato ancora finché lo riusciamo a digerire nella sua interezza.
Vita dura per noi gente complicata, ipersensibile ed ipericettiva. A noi piacerebbe avere una pelle più spessa: con quella che abbiamo si sente praticamente tutto.