Ho dovuto staccare la spina al lavoro per qualche giorno. Quando devi interrompere un po’ drasticamente il flusso delle attività, sperimenti un senso di fastidio e di disagio. Ogni pausa non pianificata rischia di lasciare appuntamenti inevasi, scadenza non onorate ed una lunga lista di impegni che non sai se verranno rispettati. Perdere il controllo è una sensazione spiacevole che da una parte genera sensi di colpa e dall’altro ferisce la nostra pretesa infantile di onnipotenza. Amiamo sentirci sempre attivi, sempre “in pista”, capaci di gestire le molte cose che ci capitano durante la giornata.
Non vi dico la sorpresa quando, al mio rientro, ho potuto constatare con piacere che tutto era stato portato a compimento nel migliore dei modi. Certo non per caso ma per merito dei tanti bravi professionisti con cui collaboro: il loro impegno e la loro competenza hanno saputo “tenere botta” agli impegni anche in mia assenza. È così che mi sono reso conto che tutta questa preoccupazione era un prodotto della mia testa più che qualcosa di reale ed effettivo.
Ho ripensato a questa recente esperienza quando ho ascoltato il racconto dell’incontro di Marta e Maria con Gesù. Alla prima che si lamentava della inoperosità della seconda, seduta ai piedi del maestro ad ascoltare la sua parola, Gesù rivolge quelle parole, ormai celebri ma capaci ogni volta di farmi pensare: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno».
Marta è preoccupata di “mollare la presa”, di non riuscire a fare tutto, travolta da mille impegni, obblighi che fosse esistono solo della sua testa. Non è solo occupata, ma è anche preoccupata, affannata, con il cuore colmo di pesi da portare, investita da responsabilità tremende ed onerose. Marta ha il peso della casa sulle sue spalle, forse addirittura il peso del mondo interno. Senza di lei le cose non possono andare avanti: il suo impegno e la sua concentrazione sono essenziali per non far fallire le mille cose di cui si occupa. Marta non può concedersi una pausa, non può permettersi di sbagliare perché “sa” che tutto dipenderà da lei, dal suo sforzo e della sua fatica.
Pensateci, non è poi tanto diverso per ciascuno di noi! Anche noi ci sentiamo ingabbiati in una rete di impegni che tolgono il fiato, appesantiti da una lista infinita di scadenze, di consegne e di doveri.
Ebbene: non è liberante accorgersi che il mondo continua anche senza di noi, che non siamo così indispensabili e necessari? Non è un bel annuncio quello che ci ricorda che possiamo permetterci di staccare la spina, di mollare la presa e di abbassare lo sguardo? Non è salutare rendersi conto che non dobbiamo essere sempre al cento per cento al lavoro o che non siamo costretti ad essere padri onnipresenti, perfetti, sempre sul pezzo?
Quanto ci farebbe bene accettare che una sola è la cosa essenziale della vita e che il resto può attendere, si può rimandare e che non richiede una nostra presenza ed attenzione ossessiva! Come ci farebbe bene ogni tanto fermarci, sederci e dedicare anima e corpo alla sola cosa necessaria! Come ci farebbe bene scoprire nella vita qualcosa per cui valga la pena fermarsi e rallentare il ritmo, senza il timore di perdere qualcosa di essenziale per la nostra vita!