il pozzo e la luna

Vi sono momenti in cui la vita ti toglie i punti di appoggio, ti sottrae quegli appigli che ti permettevano di stare in piedi con una certa stabilità. Ognuno di noi possiede dei “ganci” che reggono l’esistenza, dei vincoli che donano, insieme alla stabilità, anche quella dose minima di serenità necessaria a guardare al domani con fiducia. Spesso si tratta di persone, legami, ambienti, contesti, comunità, valori o ruoli che, come stabili fondamenta, danno solidità alla casa.  

Ci sono momenti – non so spiegare bene perché – in cui questi punti fermi si frantumano e si sgretolano sotto la tua presa. Di fatto non reggono più, non trattengono della caduta e non proteggono dagli urti dell’esistenza.

È a quel punto che ti senti debole, esposto e vulnerabile: quanto si era prima dimostrato affidabile, non lo è più, sicché sperimenti un senso di vertigini, di disorientamento e di paura. È come una nave che perde il suo ancoraggio e a cui sono sottratti cime e funi così che il flusso ed i venti rischiano di trascinarla ogni dove. Sono momenti faticosi ed impegnativi in cui sperimenti tutta la precarietà della vita, la sua inconsistenza e fluidità.

Vivi come sei il pozzo cui ti eri abitualmente abbeverato si fosse esaurito e fosse rimasto a secco.

Hai solo una scelta di fronte a questi momenti: disperare oppure iniziare a scavare; puoi scegliere di gettare la spugna oppure accogliere questi momenti come l’occasione che la vita ti dona per andare a fondo e trovare falde d’acqua sotterranea che possano placare la tua sete con rinnovata freschezza.

Sono tempi in cui sei chiamato a trovare in te stesso l’acqua di cui hai bisogno, accedendo a quelle profondità inesauribili che ciascuno di noi conserva dentro di sé. Forse l’unica alternativa è guardarsi dentro ed individuare quei punti d’appoggio che non tradiscono e non mollano.

Badate: non è un’opera di ripiegamento o di ritrazione, né un sforzo di isolamento o disprezzo per le cose. È un momento di verità in cui ciascuno è chiamato a riconoscere ciò che di affidabile è presente nella propria esistenza, con onestà e anche con franchezza. Sono momenti in cui occorre scrutare dentro di sé per onorare quegli abissi che sporgono sul mistero eccedente della vita.


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